Cosmopolitan Golf, il paradiso tra Pisa e Tirrenia

Superata la base americana di Camp Derby e provenendo in auto dal Camposanto di Pisa, prima di entrare nella zona litoranea punteggiata dagli stabilimenti balneari di Tirrenia, sulla vostra sinistra si erge una mirabile costruzione bianca e una scritta esplicativa su fondo nero che reca: “Cinema Cosmopolitan”. Su questo suolo brullo infatti si trovava negli anni ‘50 e ‘60 il più importante set cinematografico italiano dopo CineCittà, presieduto dal celebre produttore nonché marito di Sofia Loren, Carlo Ponti. Qua hanno calcato le scene del proprio successo protagonisti della storia del cinema italiano come Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi, e attori d’oltreoceano del calibro di Gary Cooper e Cary Grant, come mostrano le foto che potete visionare nella clubhouse. E volendo far piovere sul bagnato, lo studio della stessa clubhouse fu affidato negli anni quaranta ad un’altra stella italiana, questa volta del firmamento dell’architettura, Aldo Rossi, che grazie alla ripresa di stilemi puri e neoclassici ha innalzato un monumento alla sobrietà, all’eleganza e alla semplicità costruttiva.

Basterebbe solo questo per avvicinare qualsiasi visitatore all’area del Cosmopolitan, ma dal 1992 è stata aggiunta la vera perla di Tirrenia, uno splendido e lussureggiante percorso da 18 buche di golf. L’odore del salmastro proveniente dal mare a poco più di quattrocento metri da voi vi entra prepotentemente nelle narici, i laghetti che pullulano di anatre, nutrie e gabbiani forse ricordano le ambientazioni bucoliche e faunistiche dei romanzi di Konrad Lorenz.

Vi avvicinate cauti, con la vostra sacca in mano, alla club house. Un negozio di tutto punto vi si para davanti orgoglioso e vi invita ad entrare. Poi gli spogliatoi, caldi e accoglienti, la sauna per chi si vuole riposare, una pioggia di docce, i camerini per cambiarvi e infilarvi le scarpe da golf, e poi via verso il campo. Ma prima, uno sguardo quando uscite sulla vostra destra, un toccasana per le vostre iridi: un moderno edificio a cupola svetta sopra le vostre teste e sembra essere uscito direttamente da 2001 Odissea nello spazio; opera del genio architettonico Aldo Rossi che si rifece agli stilemi razionalisti di Le Corbusier per la realizzazione, alla quale ha aggiunto un ampio porticato semicircolare e vetriato nel quale, fornito di tavoli e sedia, si può comodamente mangiare dopo le prime nove buche; mentre degustate profumati manicaretti della cucina toscana godetevi intanto lo spettacolo della piscina, anch’essa a emiciclo e bordante la struttura, nel quale potrete a fine corsa farvi un bagno fresco durante la stagione estiva per rinfrancare le vostre membra provate da una dura giornata di golf.

Il campo

Ma tutto questo ve lo dovrete guadagnare sul campo, cercando di evitare figuracce sull’impegnativo course che si snoda per più di tre chilometri su una pianura arricchita di bunker, filari di querce, olmi, rigagnoli che costeggiano le buche, e poi acqua, tanta, minacciosa acqua.

Ogni buca ha la possibilità di posizionare la partenza in quattro diversi tee variando la prospettiva di gioco; le buche offrono una grande varietà e una bellissima visuale. La maggior parte dei greens sono grandi e i fairways sono stati modellati strategicamente per definire il gioco. L’acqua entra in gioco in ben 11 buche rendendo il gioco particolarmente stimolante anche per i golfisti più esperti.
Le buche 9 e 18, entrambe par 5, finiscono alla club house e necessitano di uno strategico colpo di approccio che deve volare l’acqua per raggiungere il green.
Il percorso è stato inserito nel progetto di certificazione di ecocompatibilità per i percorsi di golf “impegnati nel verde” della federazione italiana golf.

La descrizione delle buche più belle del campo

Buca 4: una delle più suggestive. Par 4 di 385 metri, fairway stretto e ondulato, sulla destra abitano secolari canneti adibiti a sparitoi di palline. Bene, allora si giocherà un po’ a sinistra: peggio, perché da questa parte si staglia un grosso laghetto che vi accompagna fino alla fine della buca e, proprio davanti al green rialzato di cinque metri, vi invita a provare a superarlo. La strategia migliore è prendere un legnetto, lanciarlo nel mezzo o un po’ a destra per avere colpo al green, e poi con un ferro provare ad andare in bandiera. State attenti a non essere troppo lunghi però, perché dietro il green verso la buca cinque c’è ancora un profondo stagno che vi farà pentire di aver scelto un ferro in più per non rimanere corti.

Buca 7: è la più difficile del campo (slope rating 74). È un lungo par 4 con ostacolo d’acqua a sinistra che fa il bordo a tutta la buca. Il rough che incontrerete sulla destra è molto impegnativo, sconsigliato dunque fargli visita. Attenzione al secondo colpo per i giocatori corti, l’area di ingresso alla chiusura è molto stretta e difesa da un enorme bunker sulla sinistra. Il putting green poi è un rompicapo assurdo, tutto con pendenza sulla destra a causa di una depressione: se giocate il putt in scioltezza senza fare attenzione, è un vento ritrovarsi da dentro a fuori dal green e dover rigiocare l’approccio. Una buca extremely tough.

Buca 11: par 4 lungo e stretto. È un handicap 2 di difficoltà, scelto avvedutamente perché sulla sinistra il fuori limite entra quasi in campo con un filare molto fitto di alberi nel quale non sperate di poter recuperare la vostra pallina se vi finisce. Il fairway è largo appena 7 metri in alcuni punti, e non potete neanche sbagliare a destra perché qui si insidia un fiumiciattolo nascosto e protetto da alberi giganteschi. Fondamentale è tirare il primo drive dritto, poi la buca si apre un po’ nel finale con il grande green ondulato nel quale prendere i tre putt è un gioco da ragazzi. Altro scoglio velenoso del campo.

Buca 14: soprannominata dai soci del club “la buca dell’oceano”, questo lungo par 4 è difeso in maniera entrante da un grande lago sulla destra che ha richiamato e richiamerà migliaia di palline. Se non siete sicuri col vostro drive, è meglio prendere un ferro e arrivare sicuri in tre colpi al green sperando nel par o nel bogey, perché anche sulla sinistra una radura compatta dalla quale è difficile tirare colpi vi può mettere allo stesso modo in difficoltà. L’accesso al green è difeso da un serpentino bunker che gira tutto dietro alla buca. Il green è relativamente facile, sempre che riusciate a mettere palla vicino alla bandiera.

Buca 18: forse la più bella, è un par 5 di grandi distanze dove i giocatori più lenti e affaticati arrancheranno irrimediabilmente. Il fairway è molto stretto sull’arrivo dei due primi colpi, quindi attenzione a non agganciare troppo per non finire sui mount boschivi alla vostra sinistra. Il colpo al green è estremamente delicato perché tra voi e lui si estendono sei metri di acqua fonda nella quale non vorreste mai che finisse la vostra palla. Meglio quindi abbondare un po’ anche a costo di finire nel campo pratica e di prendere in testa qualcuno che sta praticando. Il green stesso è difficilissimo perché tutto in contropendenza, e se venite da dietro non dateci dentro troppo col putt altrimenti la pallina prenderà velocità rischiando di uscire dall’area.

Come si arriva

Provenendo dall’autostrada Genova-Livorno, imboccare l’uscita Pisa Centro in direzione di Livorno e seguire le indicazioni per Tirrenia. Superato l’ingresso della Base americana, girare a sinistra sulla via Pisorno; dopo circa 1 km, passato il supermercato e prima del distributore, voltare a sinistra. Varcato il cancello, un vialetto conduce al circolo.

A tutti i golfisti che si troveranno a giocarlo, buon divertimento!

Per maggiori informazioni sul campo, visitate il sito del club: www.cosmopolitangolf.it

Giugno 28, 2009 / by

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