Il golf cart, il veicolo elettrico usato per spostarsi lungo i campi da golf. Ci sono tre capitoli da trattare: il primo innazitutto va a sottolineare l’avanguardia, oserei dire futurista di questo sport verso quel concetto, che dai più snob è chiamato “green energy”, ovvero la scelta di un mezzo che abbia come fonte di alimentazione l’energia elettrica, anticipando di molti anni, forse decenni i prototipi di macchine ibride o le più recenti elettriche; il secondo punto che riguarda il tema dei golf cart o dei così chiamati golf buggy, è concerne la tecnica di guida estremamente individuale e personale, difficile da standardizzare e generalizzare per tutti i golf cart: alcuni hanno un raggio di sterzata tale che se non la si anticipa si rischia senza troppe esitazioni di finire in bunker, altri invece sono recettivi ai segnali, appena muovi il volante, curvi talmente bruscamente che a confronto i treni sulle vecchie rotaie erano culle per neonati. Il terzo capitolo, che ritengo sia quello più importante, è la condizione di labile equilibrio che si ha guidando questi mezzi, sembra sempre che possa ribaltarsi, condizione che si verifica non solo quando si effettua una svolta -ma vi invito a farci caso- anche nei tratti in cui vi sia anche una minima pendenza. In conclusione io direi almeno per i non professionisti, amici, è più facile che vi facciate del male con un golf cart (se non utilizzato in maniera prudente) che veniate colpiti da un fulmine sul campo mentre recuperate la palla (il vero incubo di tutti i simpatizzanti di questo sport), e quindi proporrei di porre fine a questo indugio, attenuando questa paura.
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