Figlio di uno spirito del tempo diverso da quello del golf tradizionale, il minigolf rappresenta quell’immagine distillata e pragmatica del suo ascendente; un evoluzione che compie un salto in avanti con confini che puntano ben oltre l’orizzonte. Se dovessimo definirli in termini musicali diremmo che il golf è rock, ma il minigolf è Tony Manero, un gioco con un’anima diversa ma con la stessa essenza. La mappa in linea generale non è poi così diversificata: stesso obiettivo, stessi attrezzi, location differente. Far buca con il minor numero di colpi possibili, questo deve tenere a mente chi gioca, una visione più semplice, molto rilassante, un gioco non difficile da imparare ma che richiede concentrazione e abilità come nel golf canonico.
Un anima più libertina, che completa quella raccontata dai giochi digitali, arricchendosi a sua volta con quel tocco in più che tanto fa piacere l giocatore .
Il successo del minigolf evidenzia il cambiamento attraverso i sintomi di una mentalità avanzata, che vuole reperire il proprio passatempo in modo più agevole ed immediato.
Non molto amato dai conservatori, da coloro che non sostituirebbero mai il golf vero e proprio con il minigolf, sarebbe come una sorta di sacrilegio, un oltraggio al sacro che non tutti i golfisti sono disposti a compiere.
Foto di waymarking.com
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