Anche se può sembra, threesomes and foursomes, non è il titolo di una canzone di Jonh Lennon, è la regola numero 29 del golf, che in calce afferma la seguente condizione generale: “In una threesome o una foursome, durante qualsiasi giro convenzionale i partners devono giocare alternandosi dall’area di partenza ed alternandosi durante il gioco di ciascuna buca. I colpi di penalità non alterano l'ordine di gioco.” Molto semplicisticamente spieghiamo cosa vuol dire( perché i giocatori di golf professionisti le regole le conoscono bene), perché delle volte, parlare con linguaggi troppo edulcorati, si inciampa nel rischio di essere fraintesi, e siccome il giornalismo scritto, lo contempla, meglio essere più corsari: quando due o più giocatori stanno giocando insieme, la regola delinea la condizione che quest'ultimi, debbano giocare intervallandosi regolarmente dal tee iniziale, fino a ciascuna buca che caratterizza il percorso. Viene anche specificato che gli eventuali colpi di penalità non altereranno l'ordine di gioco che ci si è prefissato. La regola può sembrare banale, e forse può risultare anche superflua ma non lo è in quanto va a designare che i partners di una threesomes and foursomes, non possano concludere, in genere, tutte le buche del percorso prima che i compagni non abbiano effettuato il tiro delle buche precedenti, in modo da non creare disparità sostanziali.
Nel mondo dell'estetica del corpo, il doping è un peccato capitale? Domanda retorica, provocatoria, lo capisco; una leggera punta di riflessione che però lascia una grande amarezza, in chi legge, ma ancora di più in chi segue lo sport con passione, amore, quell'amore che non dovrebbe mai dare certe delusioni. Notizia fresca sui giornali di questi giorni: 26 atleti sospettati di far uso di sostanze dopanti, sospetto rendendosi irreperibile, ma non è questo l'argomento principale su cui a mio parere dobbiamo concentrare le nostre fatiche; da buoni garantisti lasciamo che le indagini facciano il loro corso. Riguardo questa storia ci sarebbero diversi capitoli da trattare: il primo è che dalla triste vicenda non è certamente esente il mondo delle palline bianche; il secondo riguarda il contesto, ovvero la cultura omogeneizzata in cui oggi ci troviamo, inglobata in una società in cui parlare di doping è profondamente diverso dai tempi di Marco Pantani, ovvero gli anni in cui utilizzare sostanze stupefacenti non risultava essere un merito, anni in cui anche chi fumava erba si vergognava di farlo. L'audace riflessione da fare a questo punto è: possiamo criminalizzare il doping e contestualmente parlare di legalizzazione, sia pure di droghe leggere? Perché alcuni paesi, in cui già l'uso di sostanze stupefacenti è legale, ora alzano il petto indignandosi del fatto che i loro atleti risultino positivi ai controlli anti-doping? Senza fermarsi a riflettere sul fatto che probabilmente il labile confine tra quello che è lecito e quello che non lo è, l'hanno oltrepassato loro da tempo. Il triste fenomeno del doping (che va condannato, sia chiaro) non è che una sconcertante ma netta conseguenza della società che abbiamo costruito. Oggi su"Il Foglio", M. Crippa ha scritto un articolo inerente questa questione che porta ad una riflessione profonda e lecita: Il senso del limite comincia seriamente a diventare un problema ed almeno per ora, prima di innalzare i livelli di cannabis riscontrabili nelle urine, onde evitare una squalifica, stiamo attenti, la siringa in mano agli atleti l'abbiamo messa noi. Foto di besport.org
Per la consueta rubrica del giovedì, eccovi un video contenente una bella lezione di golf: "Il Drive". Dopo aver parlato delle varie altre "variabili organizzative" che ruotano intorno al mondo del golf nei precedenti articoli, torniamo a toccare con mano la bellissima arte pratica invece di questo mondo; da come si legge in nota, al video in allegato di oggi: "IL DRIVE IL MIGLIORE BASTONE CHE OGNI GOLFISTA PUÒ AVERE NELLA SUA SACCA, UN BUON GIOCATORE DEVE SEMPRE AVERE CON SE LA SUA ARMA MIGLIORE: IL DRIVE", il "drive" appunto, risulta essere tra i colpi più amati nel golf, soprattutto tra i giocatori non professionisti. Tutti preferirebbero iniziare bene una buca con un primo colpo lungo e ben piazzato. Ciò non è quello che spesso accade perché, molto probabilmente il giocatore non ha le idee ben chiare su come poter ottenere un colpo preciso e maestoso. Il video di oggi prova a dare dei chiarimenti in materia.
La passione per il golf di Gareth Bale è talmente tanto grande tanto da dichiarare di recente in un'intervista la frase seguente: “Cerco di giocarci appena posso. Sono ossessionato dal golf. Non so ancora cosa farò tra vent’anni, quando mi sarò ritirato, ma spero giocherò a golf". Da quanto riportato sulla "Gazzetta dello Sport" Il giocatore di calcio gallese starebbe pensando alla costruzione di un percorso con tre delle più spettacolari buche del mondo: la 11 dell’Augusta National, la 17 del Tpc Sawgrass e la 8 del Royal Troon. La storia di un grande amore nei confronti dello sport del golf da parte di uno dei giocatori più pagati al mondo secondo le classifiche di "Forbes"; una passione che molto probabilmente trae origine dalle sue radici "britanniche". Al contrario di quello che i più "gossippari" potessero pensare, la passione per il golf di Gareth Bale non è un ripiego dopo la sconfitta del derby spagnolo, ma un interesse che il giocatore di calcio coltiva da molto tempo. Da quanto affermato,(sempre dalla Gazzetta dello Sport, sembra che i campi da golf saranno costruiti nella sua casa di "Vale of Glamorgan", contea del Galles meridionale, caratterizzata da un territorio ad andamento ondulato su delle basse colline, ideale per la pratica del golf. Foto di Blanco e Negro
La polo sul campo da golf, il must per eccellenza maschile, usata praticamente ogni giorno nella routine quotidiana, risulta essere ancora l’indumento preferito dai maschietti anche con la mazza e le palline da golf in mano; un vezzo iconografico capace di cavalcare lo spirito del tempo e di mantenere immutato il suo valore. Preferibilmente a tinta unita, un arma un po’ narcisistica utilizzata ancora di più da chi sa di essere bello e di piacere, un’aria incurantemente sobria ma al tempo stesso elegante, che richiama al tempo stesso una l’apparente capacità ingegnosa di non prendersi molto sul serio. Radici fondate quello dell’abbigliamento sul campo da golf (richiamo anche all’articolo sul pantalone J.) con delle regole ben precise, che vanno rispettate onde evitare la caduta sulla buccia di banana. Utilizzata nella stragrande maggioranza dei casi da quell’uomo che a Napoli chiamerebbero “lu bellu guaglione”, il tanto desiderato ragazzo d’oro, in due parole l’uomo che non deve chiedere mai. Un obsolescenza degna di uno spot in TV, bella da vedere, ma che ha anche in suoi vantaggi in termini di miglioramento della performance di gara. La polo infatti essendo sottile risulta essere pratica nell’agevolare il movimento, nel migliorare lo swing per esempio (che sappiamo quanto è importante per la buca). Un “ever green”, che non può mancare nella divisa da golf.
Il giocatore può considerare la propria palla ingiocabile in qualsiasi punto del campo, tranne quando si trova in un ostacolo d’acqua. L'unico giudice che può decidere se la sua palla sia ingiocabile, è il giocatore. Il giocatore accertata l'ingiocabilità, deve, pur subendo la penalità di un colpo giocare una palla il più vicino possibile al punto dal quale la palla originaria è stata giocata l’ultima volta, droppare una palla dietro al punto in cui giaceva la palla, mantenendo quel punto direttamente tra la buca e il posto in cui viene droppata la palla, senza alcun limite a quanto dietro quel punto la palla possa essere droppata, droppare una palla entro la distanza di due bastoni dal punto in cui giaceva la palla, ma non più vicino alla buca. Se la palla si trova in un bunker e si sceglie di procedere secondo questi ultimi due casi riportati, si deve droppare la palla nel bunker. In ultimo, la palla può essere alzata e pulita quando si procede secondo questa Regola n. 28. Fonti "canegolf"
Un normale mercoledì, quello dell’altra sera; ad allietare la serata però c’era una figura imprenditoriale, un volano dell'economia, un uomo comune oserei dire, di grande intelligenza però, e con una grande passione: la sua azienda “l’Illy Caffè”. Scambiando due chiacchiere con Riccardo Illy, ho provato a domandargli se l’Italia fosse uscita dalla crisi, e la risposta mi ha lasciato a bocca aperta. I pessimisti a questo punto hanno già tratto le loro conclusioni (dandosi ovviamente risposta negativa), i dubbiosi avranno parafrasato in testa una frase che dice più o meno così “che c’entra Illy con il golf?”, I pirroniani invece avranno sospeso giustamente il giudizio. Riccardo Illy ha risposto dicendo più o meno così: la crisi finirà quando la popolazione tornerà a consumare, quasi con prodigalità, aggiunge tra le righe. Nella lunga risposta sottolinea il fatto che lo stato sia impossibilitato ad investire a causa del debito pubblico troppo elevato; mentre il signor Riccardo Illy parla comincio a pensare a quanto potenziale potesse essere se si portasse l’Italia a pieno regime nel campo del golf, se si iniziasse a far approcciare anche i bambini più piccoli si dalle elementare perché no. Continua la discussione all’interno del forum, si arriva anche a parlare di golf, si sviluppa l’impatto economico potenziale che potrebbe avere sull’economia nazionale, si arriva ad un analisi molto analitica che sarebbe troppo complicata da illustrare in un pezzo così corsaro. Mi viene d’oltremodo in mente che in Italia più che investire in campi da golf, bisogna che prima avvenga un impritting (per dirla con parole anglosassone), utopista, forse visionario nella cultura predominante, che mi viene da chiamare patriarcale, insomma grossolanamente quella in cui il calcio è l’unico sport contemplato, vi rammendo che il “Creatore” non ha detto: << e gli Italiani praticavano il calcio, fatelo sempre in memoria di me>>.
Video dedicato a Matteo Manassero, grande professionista italiano del golf. Tributario del record del più giovane vincitore di un torneo dell'European Tour. Alla giovane età che possiede può già vantare innumerevoli successi. Una passione innata quella per il golf, sin da bambino ha iniziato la sua avventura golfistica all’età di tre anni e mezzo presso il campo pratica Easy Golf, cominciando a muovere i primi passi lungo quella che sarà una scalata al successo senza paragoni. Matteo Manassero ha fatto echeggiare il suo nome sin da subito nel mondo del golf a testa alta. Come è affermato nel suo sito internet ( ma è importante ribadirlo), Matteo Manassero non rappresenta solo il futuro del golf, ma con la sua immagine ha contribuito a incrementare la popolarità di questo sport in paesi come l’Italia, dove è sempre stato considerato uno sport per pochi. Con quattro vittorie all' European Tour, è attualmente ambasciatore del golf italiano nel mondo; un grande spirito patriottico si riversa in lui, un gioiello tutto italiano, prezioso, da trattare con cura.
Oggi racconto dei campi da golf, sotto una prospettiva diversa però, quella della burocrazia. Si è portati a pensare che la causa del così ridotto numero di campi da golf in Italia sia per la diffusione contenuta di tale sport, cosa che in parte è vera ma non del tutto corretta. Una grande parte è determinata anche dalla burocrazia, che né esaspera le procedure complicandone i sistemi, né aliena l'idea basilare di poter realizzare dei campi da golf in Italia (si noti l'utilizzo "critico" del verbo modale) , proprio in Italia, quel paese che per primo rispetto a tutte le altre parti del mondo potrebbe giovarne da ciò; vuoi per la predisposizione del territorio, vuoi per il nostro bel paese, vuoi soltanto per la cultura predominante orientata alla condivisione della vita tramite lo sport (qualsiasi sport) ed inclinata al divertimento. Un paese che in sintesi dovrebbe vivere soltanto di ricchezza, si accontenta di elemosinare quei tre/quattro campi da golf che pervadono le regioni per così dire più facoltose, sprecando un enorme opportunità capace di attrarre su larga scala innumerevoli risorse, che andrebbero a loro volta a tradursi in ricchezza, posti di lavoro e molte altre variabili economiche. Ma in mancanza del tutto, qualcosa e meglio del niente direte. Certo, ma è inammissibile che la burocrazia, meglio ancora il mondo dei burocrati tecnicizzati possa impedire di fare quello che per nostra natura saremmo portati a fare; e allora per concludere, sarebbe arrivato il momento che si prenda l' alfabeto e si inizi a declinare le parole, mettendo nero su bianco che nel frattempo che un potenziale imprenditore provi a realizzare un campo da golf in Italia, Totò Riina avrà avuto uno sconto di pena e finito di scontare gli anni di galera.
Notizia bizzarra di costume (o semplicemente quello che i più chiamano gossip): virale in rete la notizia appresa attraverso un video (devo dire molto divertente) di un bambino che sbagliando un colpo da golf si getta a terra disperato. Il sito web "laprasse.it" riporta quanto segue: "Il golf è uno sport molto rilassante, ma può anche far cadere in una profonda depressione. Basta chiederlo a questo bimbo di due anni. Il colpo non gli riesce e la delusione è atroce" Tralasciando la notizia bislacca del bimbo che si lascia andare alle proprie emozioni, cerchiamo di cogliere l'occasione per parlare di quanto il golf sia importante per lo sviluppo di alcuni aspetti indispensabili per carattere individuale a cominciare dalla tenera età di due anni. Molti psicanalisti hanno affermato (prima e meglio di me) che praticare uno sport risulti utile in giovane età oltre che per la salute fisica, per la salute psicologica. E qui che uno sport come il gioco del golf risulti essere formante per molti aspetti della personalità, aspetti che torneranno utili nella vita in generale, come ad esempio la lealtà imposta dal fatto di non avere arbitri in campo. Il golf in questione risulta essere un caro esempio di come lo sport in generale sia maestro della vita morale individuale.
Bologna, nel ' 95 è nata la linea di jeans golf "Jeckerson". Ad un giocatore dalla mano sudata ed una mazza che scivolava, il risultato è immaginabile: un pessimo colpo. Una partita andata male, ma un idea geniale nella testa dello sconfitto : un paio di pantaloni con inserti di tessuto diverso per asciugarsi la mano sudata e non sbagliare lo swing. Il classico esempio di quando da una partita di golf possa nascere un brevetto straordinariamente capace di generare milioni di euro di fatturato in termini di bilancio e creare un brand'omologazione di non poco conto. "Jeckerson conferma anche quest’anno il proprio DNA golfistico partecipando con la propria squadra e come Official Sponsor al prestigioso Company Golf Challenge, l’esclusivo torneo dedicato alle aziende e organizzato da Absolute Golf" è quanto riportato nella home page del sito internet dell? azienda; un successo che deve non poco al mondo del golf. Grande creatività e grande estro fanno da cornice, un mix paradisiaco che attraverso il golf ha affermato il suo successo. «Un salto di comunicazione (spiegava Roberto Cappelli,l'ex amministratore delegato di Jeckerson, uomo dalla lunga esperienza in Diesel) per sottolineare la nuova linea maschile che si rivolge a un mercato più esclusivo» A piè pagina è il caso di dirlo: ecco il caso in cui da una partita da golf nascono milioni di euro. Foto d jeckerson.com
Vi state domandando come sono arrivato a parlare dei dieci campi da golf da 18 buche in Cina? Per dare una risposta bisogna che sappiate il ragionamento che ho messo in atto per decidere la meta del mio prossimo viaggio: lungi dal voler escludere il mondo occidentale per motivi chiamiamoli così di" sicurezza", ho fatto quel ragionamento devo dire molto snob che ho sempre detestato che è quello di scegliere un luogo in cui si presume non ci siano italiani, per disintossicarmi un po' dal così chiamato dalla stampa "Italiano medio in vacanza"; andandomi a rifugiare in quella metropoli di persone che ormai trovi in gran numero anche a Milano: la Cina. Ho scoperto che in Cina c'è il "Mission Hills" che conta infatti dieci campi da 18 buche estendendosi un'area due volte quella di Manhattan; una struttura talmente grande che dal 2004 é stata inserita nel Guiness dei Primati (come riportato dal sito Golfosity), vincitore di numerosi premi internazionali.Il complesso si estende per 20 km quadrati, correlato a sua volta da dodici resort progettato da grandi leggende e architetti del golf. Mission Hills è la culla del golf in Cina ospitando i tornei più importanti della regione, tra cui la Coppa del Mondo del golf e il campionato asiatico amatoriale. Il resort oltre le classiche partite da golf su un campo da 18 buche offre anche la possibilità di frequentare dei corsi di alto livello, che danno la possibilità di migliorarsi e soprattutto quella di mettersi alla prova su terreni sempre più complessi andandosi a cimentare non più su "tetti di cristallo" ma su "scogliere di cristallo". Tutto sommato questo posto nella lontana metropoli cinese credo che possa essere presa in considerazione come meta delle nostre prossime vacanze, quantomeno è un consiglio.
Open Italia 2016 sarà di nuovo a Milano, dal prossimo 15 settembre, il torneo golfistico che per tre giorni creerà più scalpore sul territorio nazionale: infatti anziché Torino (come vorrebbe la tradizione) sarà per la seconda volta il “Golf Club Milano” la location dell’evento. Si tratta di una notizia fresca di stampa, ufficializzata oggi dall’European Tour. La stagione precedente al futuro “Open Tour 2016” è in disputa in questi giorni nella città della ricchezza, la tanto acclamata Dubai (secondo quello che in molti dicono); è bello definirlo come uno scambio equo, una rivisitazione del broccardo latino “do ut des”:noi gli elargiamo l’Expo, loro ci passano il torneo di gold, una sorte di nuovo asse Milano-Dubai che va a sostituirsi al vecchio e triste (ahimè) Roma- Berlino. Risulta semplicemente essere invece una decisione dettata dalla logica, come ha dichiarato lo stesso presidente della FIG “Franco Chimenti” in conferenza stampa. Chiaramente di grande rilievo sono state anche le opinioni degli sponsor (tanto da indurre a preferire la città di Milano rispetto al capoluogo piemontese) che sarà per motivi logistici, sarà per motivi puramente economici, visto che la città lombarda riesce ad attrarre un maggior numero di visitatori, o perché visto il successo dello scorso anno, in cui l’affluenza ha registrato numeri da record tanto da far invidia allo spread ai tempi di Mario Monti (giusto per rendere grossolanamente l’idea). Ironia a parte,il torneo Open Italia 2016 è una grande opportunità, capace di attrarre innumerevoli risorse, che sono sicuro i milanesi non si faranno sfuggire.
Molte, volte per combattere un pregiudizio c'è bisogno che si scavi a fondo, c'è bisogno che si torni all'origine.
Anche se per assistere alla nascita dei veri e propri primi gruppi golfistici dobbiamo aspettare fino al 1700, la versione più accreditata e lo scenario più plausibile per la nascita del golf, praticato come passatempo dai pastori sui prati delle "highlands" è la Scozia del lontano 1300; avete capito bene, il golf sarebbe nato nel pieno del medioevo, ovvero nel periodo che avrebbe rappresentato una deviazione dalla cultura classica definito anche dai più pessimisti periodo buio. Viene da sorridere se pensiamo al cliché del golf come sport riservato ad una parte d'élite con un conto a sei zeri: tutto sommato come tutti gli sport ha i suoi costi, ma non così insormontabili, basti pensare alle sue origini. Gli antichi pastori scozzesi (famosi per il loro braccino corto) usavano tentare di fare buca tirando una pallina di fortuna attraverso il loro abituale bastone nel frattempo che il loro gregge di pecore brucasse l'erba. Immagino i nasetti arricciati di chi ( e spero non me ne vogliano) mai e poi mai si sarebbe voluto sentir dire questa ruspante verità, ma è così cari colleghi (golfisti): bisogna bere l'amaro calice.
Foto di www.aftermarketgraphics.com
Giovanni Valentini nel libro "La magia del golf" dice che il golf è un'opportunità per migliorarsi all'infinito, passione ed esercizio possono veramente far raggiungere livelli ottimali dal punto di vista atletico. La preparazione di un golfista (anche di livello amatoriale) è qualcosa di estremamente serio, che richiede un connubio simbolicamente perfetto tra allenamento fisico e psicologico, ma il senso del limite comincia seriamente a diventare un problema quando l’uno prevale su l’altro (indipendentemente dall’ordine degli addendi il risultato non cambia), sollecitare eccessivamente lo sforzo fisico non è esattamente una preparazione di bilancio, tutto può essere fatto in una preparazione asintotica ed individuale, ma non senza il senso della misura. L’elemento della forza fisica non è da sottovalutare, l’allenamento muscolare migliora l’efficienza in percentuale relativamente alta, basti pensare solo ai benefici apportati allo swing. Altrettanto sonante è la preparazione psicologica/neuronale: calma e nervi saldi sono le parole d’ordine, bisogna essere concentrati e al tempo stesso rilassati, in tali casi (soprattutto quando si parla di livelli agonistici) ciò può essere garantito solo dalla presenza dello psicologo dello sport, che è l’unico in grado di agire anche sulle dinamiche che si rilevano durante la seduta d'allenamento. Nel mondo si contano circa 50 milioni di giocatori di golf; parliamo di uomini, donne, bambini, che seppur inconsapevolmente quando giocano si trovano a fare i conti con questo binomio: delle volte (spesso) in modo sbagliato, ma bisogna ricordare sempre che tutto è da controllare e quasi sempre da migliorare fino all'infinito, tanto per riallacciarsi al libro di Valentini.
Sapevate che potete giocare a golf in pieno centro a Milano? Avete capito bene, dimenticate le gite fuori porta, le trasferte con le mazze da golf nel portabagagli: in Via Magenta 83, in piena giungla urbana, è sorta la nuova “Blue Team Golf Academy”, una scuola di golf coperta, dotata di altissima tecnologia ad elevato coefficiente di precisione, una “palestra” di correzione per tutti i golfisti che hanno bisogno oltre che di tenersi in allenamento di precisare la tecnica, magari di migliorare proprio un determinato colpo grazie all’utilizzo di un elevatissimo software in grado di rilevare gli errori ed eventualmente aiutarli a correggere. I più nostalgici diranno che così si perderanno tutti i valori di quest’arte, che si perderà il gusto dello stare a contatto con la natura, ma certamente sarà un’idea allettante per quelli che gli inglesi chiamano “smartprogress” o semplicemente per i più pigri. Un’accademia che ricordiamoci deve la sua origine grazie ad un’idea di” Carlo Alberto Acutis” e dai suoi soci risalente all’ormai lontano 1991; una storia che torna alla luce, per la serie “tutti i tempi tornano” (tanto per parafrasare un fiorentino come Machiavelli), una grande opportunità non solo per i milanesi, ma anche per tutti quei milioni di persone che si trovano a causa di svariate ragioni a passare nella città meneghina, e che magari di tanto in tanto una “capatina” in Corso Magenta possono pure farla. Foto di www.marigoldbb.it
A colpo d'occhio, chiunque legga la parola "driver", pensa immediatamente al mondo informatico, oppure i più evoluti inglesizzati richiamano all'azione di guidare; nel golf la parola "driver" non ha lo stesso significato. Il video seguente ci illustra in cosa consiste questa tecnica. Video di: Canale di TheIMACLEO
Il comune di Sanremo ha problemi con il golf, in particolare ha problemi con un campo da golf. Un prestigioso complesso sportivo con adiacente "Club Horse", non ha allettato nessun acquirente, restando invenduto.
Il 6 ottobre il comune di Sanremo pubblica un bando legato alla vendita del campo da golf di proprietà del comune ligure ( e fin qui nulla da ridire) la critica è però da riscontrarsi in due punti successivi che però sono di enorme importanza per chi avrebbe una minima voglia nell'acquistare quel complesso: il primo è il prezzo, l'offerta minima era stata valutata 13,7 milioni di euro ( ma che vogliam farci, questa era evidentemente la richiesta di mercato), cifra con la quale il comune sanremese voleva chiaramente far cassa; ma tralasciando il costo il vero punto fondamentale era la scadenza del bando, fissata al successivo 28 ottobre, ovvero circa 20 giorni dopo, praticamente gli stessi giorni che più o meno ci vogliono per fare la richiesta della carta d'identità in quel comune, dove praticamente il lavoro per alcuni era un hobby, quindi praticamente non ci sarebbe stato neanche il tempo di partecipare alla gara preposta dal bando. Ora tralasciando i problemi di gestione del comune che ci interessano relativamente, la vera domanda è: che fine farà quel bel campo da golf che potrebbe ospitare invece tornei e gare? Stando alle recensioni è una location molto apprezzata da tutti i simpatizzanti di questo sport, quindi il mio consiglio utile alla salvaguardia di questo bell'ambiente è: cari amici golfisti, se passate dalle parti di Sanremo fatevele due buche.
Momenti della vita destabilizzanti capitano a tutti gli essere umani, anche a quelli più equilibrati; ora che lo sport aiuti a superare le difficoltà è cosa nota e veritiera. In particolare lo sport del golf pare abbia effetti curativi in quelle persone che magari non soffrono di gravi problemi psichici ( per cui è sempre opportuno consultare uno psicologo o uno psichiatra) ma che attraversano un periodo di particolare nervosismo dovuto a qualche evento traumatico o in generale allo stress. La "cura" ( e qui trovate un abuso mal riferito del termine freudiano) sta nella capacità di restare lucidi fino all'ultimo colpo e mantenere il self control nei momenti di difficoltà, pronti a recuperare la concentrazione di fronte agli errori, che non sono mai del tutto evitabili come ci spiega "Guido Caneo" in un articolo dedicato all'autocontrollo nel gioco del golf. Il concentrarsi su un obiettivo è visto per molti come "via di fuga" al normale processo selettivo che la mente fa nei confronti dei pensieri, dando maggior peso a quelli che maggiormente ci preoccupano; la buca, aiuta a sfogare le tensioni accumulate, e soprattutto ad infrangere quei confini che spesso il cervello umano si auto-impone andando ad identificare tecnica, bandiera, rabbia che possono essere liberate effettuando il colpo. Naturalmente questa tecnica è solo una teoria, ogni soggetto è differente, ognuno di noi su un campo da golf è portato a provare emozioni diverse, ad immaginare l'orizzonte oltre la siepe (il richiamo al concetto di "idilliaco" in Leopardi è voluto) in modo assolutamente libero e creativo. Il punto chiave però resta, ed è: delle volte prima di diagnosticarvi depressione o scarsa autostima, fatevi una partita a golf, magari vi aiuta.
Foto di Golf Buca in Uno.
La regola maestra della correttezza nel golf, il baluardo delle regole (che non sono poche) per un golfista è la regola numero 13, che candidamente nel primo comma afferma: "La palla deve essere giocata come si trova"; ovviamente viene poi disciplinata dai commi successivi, però chi gioca a golf, professionisti o dilettanti sanno che questa regola lascia al giocatore poche possibilità di miglioramento delle condizioni iniziali. La condizione necessaria affinché si parli di regole è l'eventuale penalità, che nella fattispecie varia a seconda dei casi: in un "Match play" si assisterà alla perdita di una buca, mentre nello "Stoke play", il cosiddetto gioco a colpi, si assisterà alla detrazione di due colpi. Dato che di norma il golf viene giocato all'aperto, non è un caso che le sue regole siano più difficili rispetto a quelle di altri sport in cui la location contempla meno avversità; senza considerare il fatto che essendo elemento basilare per il gioco del golf quello della libera coscienza dei giocatori, molte volte (anche nei tornei di alta gamma) ci troviamo davanti a dei risultati che non rispondono al vero: o per malafede stessa del giocatore o per maldestra inosservanza di una o più regole di gioco. In conclusione cari giocatori, rammendate sempre in mente il principio fondamentale di questo sport e probabilmente non sbaglierete: " Gioca la palla come si trova. Gioca il campo come lo trovi. E se non puoi fare l'una o l'altra cosa fai quel che è giusto, ma per fare ciò che è giusto devi conoscere le Regole del Golf."
A poco meno di un anno al "Ryder Cup 2016", il torneo maschile di golf che prende il nome dall'uomo d'affari inglese il signor" Samuel Rider", sembrino siano già partiti i conti alla rovescia tra tutti gli appassionati del mondo del golf, proiettati sin da adesso alla futura competizione che avrà luogo al "Hazeltine National Golf Club" di Chaska nel Minesota dal prossimo 27/30 settembre. Impossibilitati nel fare pronostici, data la considerevole distanza di tempo avanzata per l'inizio dell'evento, il vero dilemma amletico è: riusciranno gli Americani a sottrarre il titolo ai rivali Europei che lo scorso anno in Scozia si sono aggiudicati il trofeo per la terza volta consecutiva? I presidenti del Teem America hanno ribadito la loro voglia di "rivincita", e che, seppur non negli ultimi anni, la nazione a stelle e strisce può vantare molti successi all'interno del trofeo Ryder Cup. Diverso nell'essenza ma simile nei contenuti è il pensiero dei presidenti del Teem Europa che in una recente conferenza stampa di presentazione al Minesota hanno affermato di portare con grande spirito e coraggio in gioco le loro 12 squadre , e che certamente ci sia ancora da lavorare per riuscire ad avere un bel successo in questa quarantunesima edizione del torneo Ryder Cup. Staremo a vedere l'evolversi della situazione, in attesa di novità non ci rimane che augurare buon lavoro ad entrambi i teem, perché è la sana competizione quello che ci entusiasma di più nel golf e nello sport in generale.