L’immenso potere della mente passa anche sul green. Uno studio dei ricercatori dell’Istituto di Medicina dello Sport del CONI ha scoperto il vero segreto per andare in buca: allenare il cervello.
I ricercatori hanno messo alla prova golfisti professionisti, monitorando durante una serie di putt su un prato-simulatore diversi parametri, tra cui l’equilibrio e la posizione, fondamentale per la riuscita di un colpo.
Tramite l’elettroencefalogramma ad alta risoluzione, è stata registrata anche l’attività cerebrale degli atleti e i risultati sono stati sorprendenti.
Secondo i dati raccolti, sono le onde Alfa prodotte dall’attività cerebrale le vere responsabili della precisione dei colpi.
Le Alfa sono onde emesse dal cervello con una frequenza che va da 8 a 13 cicli al secondo con un voltaggio di 50 microvolts; si creano nell’area subcosciente, generalmente nello stato di veglia rilassata o sonno leggero, con variazioni in determinate situazioni come la preparazione e l’esecuzione di un movimento.
Nel momento della concentrazione che precede il tiro, i ricercatori hanno registrato una corrispondenza tra la precisione del tiro e la dimensione delle onde: più sono piccole, maggiore è la precisione.
La ricerca del CONI aprirebbe un nuovo scenario nella tecnica d’allenamento con una maggior attenzione alla preparazione mentale su quella fisica.
“Esiste una branca scientifica nello sport definita “allenamento pensato”, spiega a “Tuttoscienza”, settimanale scientifico del quotidiano “La Stampa”, il professore Fabrizio Eusebi, direttore del dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia all’Università La Sapienza di Roma e responsabile dell’unità di ricerca dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI.
“Il nostro prossimo obiettivo è quello di usarlo per migliorare la performance dell’atleta, insegnandogli a modulare con il pensiero le onde “Alfa” del suo cervello”.
l.c.