Manca poco all’otto dicembre, giorno in cui l’Italia conoscerà il nome della città che organizzerà la Ryder Cup 2022. In caso di vittoria, sarebbe la prima volta che gli azzurri ospitano la manifestazione. In passato si sono scelti i campi da golf britannici, ad eccezione del 1997 quando si optò per la Spagna come tributo a Severiano Ballesteros. Il Presidente della Federgolf Italiana, Franco Chimenti, è ottimista sulla candidatura italiana soprattutto dopo l’incontro avvenuto a Roma con Keith Pelley, nuovo amministratore delegato dell’European Tour, e Richard Hills, direttore della Ryder Cup. Per capire meglio quali sono le possibilità italiane di aggiudicarsi l’evento e i benefici che la manifestazione porterebbe all’Italia e al mondo del golf abbiamo interpellato il numero uno del Golf Italiano che non si è sottratto a nessuna domanda.
Buongiorno Dott. Chimenti, venerdì sono venuti a Roma per una visita ispettiva l’amministratore delegato dell’European Tour, Keith Pelley, e il Direttore del Bid Management Team di Ryder Cup Europe, Richard Hills. Quante possibilità ha secondo lei l’Italia di vedersi assegnata la Ryder Cup 2022 dopo questo incontro?
Difficile poter fare delle percentuali in questo momento. Sicuramente, la candidatura dell’Italia ha raggiunto un livello di autorevolezza e solidità che in pochi avrebbero immaginato un anno fa. Abbiamo tutti i requisiti, a cominciare dalle garanzie economiche. Il supporto del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e il pool di sponsor pronto a sostenerci dà al nostro progetto una credibilità indiscutibile.
Cosa hanno fatto durante la visita e che sensazione le hanno trasmesso?
Keith Pelley e Richard Hills hanno verificato molteplici aspetti della nostra candidatura. Oltre ad approfondire i contenuti della nostra proposta, hanno toccato con mano la vicinanza del Marco Simone Golf & Country Club con il centro della città e hanno visionato i progetti di restyling del percorso di gioco. La candidatura è stata ritenuta molto competitiva e il nostro entusiasmo li ha contagiati.
Cosa significherebbe per l’Italia e Roma ospitare la manifestazione? E per il golf azzurro?
Ospitare la Ryder Cup contribuirebbe al rilancio dell’economia nazionale, soprattutto dal punto di vista del turismo. Da qui al 2022, Roma e l’Italia diverrebbero un polo d’attrazione per tutti gli appassionati di golf del mondo. Il movimento golfistico italiano crescerebbe esponenzialmente continuando il suo percorso di ascesa nel panorama sportivo italiano.
Quale città teme maggiormente per l’assegnazione della Ryder Cup 2022?
Ho grande rispetto per tutte le città candidate, ma penso che la candidatura di Roma sia estremamente competitiva. Per vocazione internazionale, fascino, storia e capacità recettiva non esistono altre città al livello della nostra capitale.
Quali sono i punti di forza della candidatura italiana?
Poter coniugare l’offerta pubblica e privata è la base di partenza che denota un progetto ambizioso. La famiglia Biagiotti, uno degli esempi di maggior prestigio come brand italiano vincente, ha dimostrato di poter valorizzare al meglio il Marco Simone Golf & Country Club, un circolo che ha già ospitato manifestazioni di rilievo come l’Open d’Italia e che dista soltanto 17 km dal Campidoglio. La forza attrattiva di Roma, la comprovata esperienza italiana nell’ospitare con successo grandi eventi internazionali rafforzano ulteriormente le nostre credenziali. Senza dimenticare il crescente entusiasmo degli italiani verso il golf, come dimostrato dall’affluenza record dell’ultimo Open d’Italia disputato al Golf Club Milano.
Molti personaggi del mondo sportivo e dello spettacolo hanno espresso attraverso Twitter il loro sostegno a Roma per l’assegnazione della Ryder Cup 2022. Qual è il pensiero dei cittadini romani?
Colgo l’occasione per ringraziare tutte le federazioni e tutti gli atleti che hanno abbracciato il nostro progetto con messaggi di supporto. I romani tifano per l’assegnazione della Ryder Cup 2022, oltre che per la candidatura olimpica di Roma 2024. I grandi eventi sportivi generano nuove opportunità occupazionali e contribuiscono al miglioramento delle infrastrutture. La prospettiva di vedere nella capitale le star del golf mondiale esalta il cittadino romano. Manifestazioni come gli internazionali di tennis o il 6 nazioni di rugby catturano l’attenzione della popolazione romana e dimostrano che questa città non vive di solo calcio.
Se l’8 dicembre la Ryder Cup venisse assegnata a Roma la manifestazione si svolgerebbe al Marco Simone Golf & Country Club. Come mai la scelta è ricaduta su questo circolo?
Il Marco Simone Golf & Country Club è un campo tecnicamente molto competitivo, impreziosito dalla vista della cupola di San Pietro, della Torre millenaria e della Villa Romana. Vicino al centro della città, è raggiungibile attraverso diverse modalità di accesso sia in auto sia con i mezzi pubblici. Vanta una club house di 7.000 metri quadri e offre grandi spazi intorno al percorso sia per gli spettatori sia per tutte le altre esigenze degli addetti ai lavori. La presenza della famiglia Biagiotti, inoltre, è garanzia di competenza, passione ed entusiasmo.
In chiusura. Se le dessero la possibilità di dire un’ultima cosa per convincere la Commissione a scegliere Roma. Su cosa punterebbe?
Immaginatevi il Colosseo gremito in ogni ordine di posto per acclamare i campioni del golf durante la cerimonia di apertura. Pensate a quanti appassionati di golf, sia europei sia statunitensi, sarebbero attratti dal fascino di Roma. Ricordate l’entusiasmo travolgente dell’ultimo Open d’Italia. Mescolando questi ingredienti, e aggiungendo il contributo di sponsor di alto profilo, otterrete la ricetta per una Ryder Cup unica e inimitabile.