Agli “Stati Generali” del golf c’era anche lei, Lavinia Biagiotti, vicepresidente di Biagiotti Group e consigliera del Marco Simone Golf e Country Club, l’impianto dove nel 2022 verra’ disputata la prossima Ryder Cup. Per lei il Presidente della FederGolf, Franco Chimenti, ha avuto parole splendide lodandone il fondamentale contributo nella corsa verso l’assegnazione dell’importante manifestazione. D’altronde è anche grazie al suo lavoro che si deve l’assegnazione della Ryder Cup. Lavinia, visibilmente emozionata, ha espresso tutta la sua felicità e ha sottolineato: ”è una vittoria italiana, non solo di Roma. Un trionfo che dimostra come il connubio tra moda e sport funzioni, un altro esempio è Luna Rossa (a cui è associato il marchio Prada,nd). Il golf è uno sport molto bello, che anche io pratico, ma al momento ha due barriere, ricchezza e tempo, che ne limitano l’accesso e sono da abbattere”.
Punti di forza. Sicuramente uno dei punti di forza della candidatura italiana è stato il Marco Simone Golf e Country Club, da cui si vede (buca 17) la Cupola di San Pietro e all’ interno del circolo c’è una villa romana i cui ambienti abitativi e termali sono caratterizzati da una ricca pavimentazione a mosaico bianco e nero e policromo con motivi geometrici e vegetali. Insomma un circolo di una bellezza straordinaria che pochi club possono permettersi e non a caso nonostante gli inglesi dicano che per fare un grande circolo occorrano un terreno ampio e 50 anni, il Marco Simone compirà 30 anni quando ospiterà la Ryder Cup.
Famiglia e Chimenti. La consigliera Biagiotti non ha mancato durante il suo intervento di ringraziare la sua famiglia, da cui ha ereditato la mentalità imprenditoriale: “Sono commossa. Ho imparato dai miei genitori a lavorare con umiltà, determinazione e a fare grandi passi, perché con i piccoli non si va da nessuna parte. Così siamo arrivati a questo risultato eclatante”. Ha poi ringraziato il presidente Chimenti, il suo gruppo di lavoro e ha ricordato il padre scomparso, Gianni Cigna: “Ha avuto la visione di costruire un campo per gare internazionali e mi ha lasciato una targa di cui tengo gran conto e dove è scritto “it can be done”, si può fare”. Buon sangue non mente.
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