Una recente ricerca realizzata da “Protiviti” (multinazionale leader nelle indagini di mercato per lo sport) ha attestato che la media dei giovani golfisti italiani che si iscrivono prima di raggiungere la maggiore età è più alta di quella di gran parte dei Paesi europei.
Il 10,3% dei giocatori di golf italiani, secondo la ricerca denominata “Il valore del golf in Italia”, sarebbe composto da giovanissimi appassionati. La media europea è del 9%, e nell’intero continente soltanto la Francia ha una media più alta della nostra, ma solo dello 0,1%. Più in basso in questa speciale classifica dedicata al futuro del golf si trovano invece nazioni in cui lo sport è molto più diffuso che in Italia, tra cui Inghilterra, Galles e Germania.
Si tratta di un risultato importante per la Federazione Italiana Golf, che fa ben sperare sulla possibilità dei futuri professionisti italiani di imporsi nel mondo del golf internazionale. Già in questi anni cominciano a intravedersi risultati importanti, basti ricordare i successi di Stefano Mazzoli nel Campionato Europeo Dilettanti e di Virginia Elena Carta nel NCAA Womens Medal Championship, il principale evento universitario negli Stati Uniti.
La crescita del numero di tesserati, spiega Anna Roscio, responsabile dell’attività giovanile della Federgolf e coordinatrice della Nazionale Femminile, è in buona parte dovuta all’organizzazione di molte nuove attività dedicate agli under 12, che una volta erano praticamente banditi dai campi da golf, e all’abbassamento dell’età minima necessaria per partecipare a molte manifestazioni, prima indirizzate ai soli maggiorenni.
Il vero problema, adesso, è trovare il modo di convincere i giovani a non abbandonare a metà strada il loro percorso verso il golf professionistico.