Con sette milioni di persone nella sola Europa che giocano a golf, il turismo golfistico sta iniziando a prendere piede anche in Italia e la continua crescita prevista per il prossimo futuro non riguarderà solo circoli e hotel ma anche molte altre attività collaterali. Basti pensare che in Italia il numero dei giocatori dal ’99 ad oggi è cresciuto da 5500 a oltre 100mila e, di conseguenza, anche il giro d’affari legato al golf è aumentato drasticamente. La propensione alla spesa dei golfisti in vacanza sarebbe inoltre più alta della media. Mentre l’esborso del turista ordinario è stato stimato dal nostro Ministero in 53,83 euro al giorno, quello dei golfisti salirebbe a 90 euro. Il golfista è infatti un viaggiatore con una spiccata propensione alla spesa e per giunta sempre in cerca di nuove destinazioni e nuovi green con cui misurarsi. A confermarlo è lo studio Enit del 2008 su Turismo e Sport, dove si specifica che “mediamente il 75 per cento dei giocatori che effettua vacanze all'estero dichiara di scegliere campi sempre diversi”. La stessa ricerca rivela inoltre che “il golf può essere ormai considerato parte integrante dell'offerta turistica italiana”, una considerazione avallata dai numeri forniti dalla FIG (Federazione Italiana Golf), secondo cui i golf club nazionali che oggi possono disporre di un campo da almeno 9 buche sarebbero passati dai 200 del 1996 ai circa 250 dei nostri giorni. Le potenzialità di crescita della nicchia sono quindi reali e interessanti per gli operatori del settore, che oggi possono contare su un bacino di appassionati in decisa espansione. Se ci si sposta fuori dai confini italiani ed europei, si scopre che a livello planetario il numero dei golfisti che fanno turismo legato alla disciplina sportiva è passato dai 7,9 milioni del 1989 a 10,5 milioni nel 1994, agli 11,8 milioni del '97 per arrivare nel 2006 a totalizzarne oggi 25 milioni. Più in generale, i giocatori di golf (turisti e non) raggiungono invece i 64 milioni. Sempre sul piano mondiale gli osservatori di mercato parlano di una crescita media annua dell’8 per cento fino al 2010 e di una ulteriore progressione fino al 2015. I dati forniti dal Ministero del Turismo italiano segnala inoltre la presenza nel mondo di 94 federazioni nazionali. Sulla ripartizione della spesa turistica, le statistiche internazionali informano che il 29% dell'importo complessivo del viaggio viene destinato all'alloggio, il 25% al trasporto, il 21% al cibo, il 9% ai divertimenti, il 7% per i green fee e per il noleggio dei cart, il 5% per lo shopping puro e l'1% per le lezioni di golf. Se ne deduce che anche per i territori l'investimento su questo segmento può rivelarsi interessante, poiché la contribuzione del viaggiatore all'arricchimento dell'indotto locale è notevole. Soltanto il 7% dell'importo pagato complessivamente rimane infatti al campo da golf mentre il resto è a vantaggio degli operatori turistici e degli operatori commerciali presenti sul territorio.
si ringrazia per i dati e le informazioni: TTG Italia S.p.A. – Gruppo Rimini Fiera