Oltre a tecnica è regole, come ogni buon golfista sa, quando si tratta di giocare a golf è importante anche conoscere bene gli step di routine psicologici e mentali da effettuare nel corso della partita. In questo video l'istruttore e mental coach inglese Lee Crombleholme, che è l'European Tour Mind Coach ufficiale, spiega l'importanza della routine, dell'autostima, della fiducia nelle nostre capacità e della nostra concentrazione nel gioco del golf. Lee analizza la routine mentale durante i t-shot, il post tiro, il gioco corto e il putting. Il tutto soffermandosi su ogni singolo step e illustrando il mental training corretto. Il video è preso da canale Youtube di Legagolf.it
Ci sono molti vantaggi che si possono guadagnare tramite il gioco del golf, la leadership può essere considerata uno di essi. Il desiderio di cambiare, ispirare, e appassionare può farci conseguire risultati incredibili. Quando leadership e passione sono parte del nostro DNA, è impossibile arrendersi: non c'è scelta se non quella di perseverare e continuare ad imparare dalle sfide. Di seguito una serie di lezioni di vita che ogni buon golfista dovrebbe tenere come mantra. 1. Quando si tratta di leadership, qualche volta bisogna assumersi dei rischi. Uno shot sicuro verso la landing area potrebbe mantenerti in gioco, ma un colpo rischioso potrebbe farti ottenere molto di più. 2. Un leader forte sa che ci sono volte il cui un lay up è il colpo migliore che si possa fare. Quando l'equazione rischio/ricompensa non mostra alcun beneficio, allora dovrai accettare che il centro del green è un buon posto dove rimanere, e il par è sempre un buon punteggio. 3. Una buona parte dell'essere leader è l'istinto. Quando sei sul campo e ti concentri sul gioco non puoi pensare di aggiustare il tuo swing sul momento. Se sei un leader, nel bel mezzo del gioco agirai secondo l'istinto e l'esperienza. 4. Come leader, non farti illudere dall'idea che le piccole cose non contano. Quando pratichi le piccole cose nel modo giusto, gran parte delle cose più grandi diventa più chiara e va dritta al suo posto. Mentre un buon gioco e dei buoni colpi ti aiutano ad ottenere un gioco migliore in generale, se devi però scegliere l'uno o l'altro, assicurati prima di aver fatto le cose più piccole nel modo giusto. 5. Il fallimento fa parte di ogni buon leader. Sul campo da golf i colpi brutti capitano. Ma la domanda è: finirai per eseguire l'ennesimo brutto colpo solo perchè sei impegnato a pensare al colpo precedente? Nella leadership il discorso è lo stesso: devi imparare velocemente dai tuoi fallimenti e lasciarteli alle spalle. Se non lo farai, gli errori diverranno esponenziali e potrebbero costarti parecchio. 6. Molti golfisti possono raccontare sia dei loro momenti no che dei loro "hole in one". Nella leadership questo accade quando le carte cadono nel verso giusto e il successo arriva di conseguenza. Nel golf è facile poter avere il proprio meglio e il proprio peggio in maniera consecutiva. I buoni risultati non sono mai garantiti, e qualche volta una buona dose di fortuna potrà fare la differenza. 7. Né il golf né la leadership stessa possono essere massimizzati. Possiamo impegnarci per auto migliorarci tramite la pratica, l'azione e l'esperienza, ma l'dea di arrivare ad imparare tutto ciò che c'è da sapere è futile. Anche quando raggiungi la vetta sia in golf che in leadership ci sarà sempre un nuovo livello da raggiungere, se scegli di continuare il tuo viaggio.
Il pre-shot e la routine nel mental training. Un momento fondamentale del golf e la migliore routine con cui gestirlo, con il mental training
Il pre-shot e la routine nel mental training. Come è noto, si tratta di uno dei momenti fondamentali nel golf, dunque necessita di particolare attenzione. Ci sono delle metodologie adatte per affrontarlo, con il mental training. Questo perché si tratta di un momento particolarmente delicato e la frustrazione si trova sempre dietro l'angolo, puntuale ad arrivare, naturalmente, nell'istante meno indicato. In effetti, sono pochi i giocatori che si preoccupano solamente o quasi esclusivamente della prestazione, che in realtà è l'unico fattore veramente controllabile del golf. Il risultato non è gestibile se non indirettamente, concentrandosi sulla performance, sul presente, sul qui e ora del gioco. La brama del successo non fa altro che aumentare la tensione, distogliendo l'attenzione dalla prestazione e dalle sensazioni emotive che essa porta. Quindi, come già spiegato, bisogna utilizzare la concentrazione come un interruttore mentale, pronto ad essere acceso e spento quando serve, da attivare durante l'esecuzione del colpo e da spegnere per ricaricarsi nei momenti di attesa. Ecco che creare l'opportuna routine diventa fondamentale. Questa aiuta a focalizzarsi sul gioco, sulla prestazione, aumenta l'attenzione, allontana i pensieri troppo rivolti al risultato, fa diminuire la tensione. La routine deve essere personalizzata in base alle proprie caratteristiche, affinché divenga l'interruttore mentale della concentrazione. Dunque, la buona routine pre-shot prevede questo: si apre la routine con un gesto che la attivi, come prendere il bastone dalla sacca o sistemarsi il guanto. Così ricorderete che da quel momento dovrete accrescere la vostra concentrazione. Ora dovrete regolare il livello di arousal, cioè di attivazione psicofisica: alzarlo se troppo basso o abbassarlo se troppo alto. I livelli ottimali sono quelli medi. Si procederà quindi a un piccolo riscaldamento muscolare, che oltre a servire per l'esecuzione tecnica aiuta moltissimo a concentrarsi. Poi si sceglie l'obiettivo: dove e come colpire la pallina, prendendo una decisione tecnica e tattica. Infine, l'esecuzione. Qui la concentrazione sarà massima, non dovrete nemmeno accorgervi di ciò che accade intorno a voi. State attenti alla prestazione, non all'esito del colpo, tanto meno ai pensieri distraenti. Eseguite il gesto fluidamente, concentrati e fiduciosi nei vostri mezzi.
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La routine nel golf, con il mental training. La routine del golfista: come costruirne una vincente con il mental training
La routine nel golf è fondamentale, aiuta a focalizzarsi sul gioco e allontana i pensieri eccessivamente rivolti al risultato; essa inizia già con la scelta della mazza da usare. L'abitudine di pensare troppo al risultato può essere dannosa, l'abbiamo già detto. L'unico aspetto totalmente controllabile o quasi del golf è infatti la prestazione; il risultato non è gestibile se non in modo indiretto, lavorando e concentrandosi sulla performance, sul qui e ora del gioco. La brama del risultato non fa altro che aumentare la tensione, soprattutto in gara, distogliendo l'attenzione dalla prestazione, dai movimenti, dallo swing, dalle sensazioni emotive e corporee che derivano dallo sport ben giocato. Dunque, se così non fosse, l'errore sarebbe quasi inevitabile. Quindi, bisogna utilizzare la concentrazione come un interruttore mentale, da accendere quando serve e da spegnere per ricaricare le energie nei momenti in cui non si gioca. La routine in tutto ciò ha un ruolo fondamentale, in quanto aiuta a focalizzarsi sul gioco, aumenta l'attenzione, allontana i pensieri eccessivamente rivolti al risultato e diminuisce la tensione. Ecco perché è consigliabile costruire una routine personale, adatta alle proprie caratteristiche, che contenga anche un buon dialogo interiore e un'adeguata regolazione attivazionale. Possiamo definire la routine come l'interruttore mentale della concentrazione: accenderlo significa accedere alle proprie risorse attentive focalizzandole sul gioco e quindi sulla prestazione. Può essere utile abbinare un gesto, come un movimento specifico (ad esempio un gesto con il bastone o con il cappellino) per ricordarci che la routine sta per iniziare o per terminare, innescando automaticamente il processo di concentrazione o di deconcentrazione. L'utilizzo di un gesto (come abbiamo già detto) si chiama ancoraggio ed è una tecnica molto utilizzata nella programmazione neuro linguistica. Anche l'utilizzo mentale del linguaggio è molto utile: ad esempio, quando dovrete essere mentalmente presenti potrete utilizzare la parola "attenzione", mentre quando potrete rilassarvi e spegnere l'interruttore la parola d'ordine potrà essere "distrazione". Nel prossimo articolo tratteremo meglio la routine nei vari momenti della gara, come il pre-shot e tra i colpi.
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Putt e visualizzazione nell'allenamento ideo-motorio. Facciamo un esempio di esercitazione con la visualizzazione, per l'allenamento del putt
Putt e visualizzazione nell'allenamento ideo-motorio. Prendiamo ora in considerazione uno dei colpi più importanti nel gioco del golf, ovvero il putt. Molti giocatori infatti usano la visualizzazione di questo colpo non solo nelle sedute di training ma anche durante il gioco stesso, diventando un'abitudine prima di effettuare il colpo sul green. La visualizzazione consiste in varie fasi. Innanzitutto è necessario rilassarsi. Durante la seduta di training si utilizzerà una tecnica di rilassamento specifica; bastano cinque o dieci minuti per prepararsi alla visualizzazione. In campo si dovrà regolare il proprio livello di attivazione con la respirazione e con il dialogo interiore, pochi istanti prima di visualizzare il colpo. Descriviamo ora le immagini mentali da visualizzare per l'esecuzione del putt, adatte durante la seduta di mental training:
Visualizza te stesso mentre stai eseguendo il colpo.
La giornata è calda, percepisci il calore del sole sul viso, sulla schiena.
Osserva i colori, l'ambiente circostante.
Ascolta i suoni, percepisci i profumi.
Entra in contatto con le tue sensazioni interiori, emotive e corporee.
Ti senti bene, molto bene, sei calmo e fiducioso di te, e dei tuoi mezzi.
Stai per eseguire il colpo. Osserva la buca, disegna mentalmente sull'erba la traiettoria della pallina.
Osserva te stesso mentre esegui il colpo in modo impeccabile.
Osserva il movimento dei tuoi arti, il putt che oscilla verso la pallina.
Ascolta il suono del putt che colpisce la pallina.
Osserva la traiettoria della pallina che rotola sul green verso la buca, proprio come pensavi.
Ascolta il suono della pallina che entra in buca.
Percepisci le tue sensazioni emotive positive, la sicurezza nel tuo gioco.
Sei calmo, tranquillo e fiducioso.
Potete visualizzare sia da esterni che in prima persona; quest'ultimo tipo di visualizzazione è più complessa, richiede esercizio, ma quando ci riuscirete vedrete l'immagine in prima persona e sarà più semplice provare le sensazioni sulla vostra pelle. Questo tipo di esercizio descritto è più adatto in seduta di training. Sul campo sarà sufficiente visualizzare mentalmente la traiettoria della pallina, immaginando un colpo eseguito in modo impeccabile.
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La paura del giudizio altrui nel mental training. La paura del giudizio altrui, spunti di riflessione e un racconto utile per superarla
La paura del giudizio altrui nel mental training. Quando siete troppo sensibili alle critiche esterne potreste anche correre il rischio di trarre la vostra spinta motivazionale dal punto di vista estrinseco, ovvero esterno (cosa che accade se state troppo attenti al risultato, dimenticando il motivo intrinseco, ovvero il vostro fuoco interiore). Attenzione, dunque: i giocatori motivati solo estrinsecamente sono atleti più fragili, troppo dipendenti dal giudizio altrui e meno inclini al miglioramento e al sacrificio. Per dare un esempio e far riflettere un po' sull'argomento, riporto un breve racconto di Charlie Chaplin sulla paura del giudizio altrui. "C'era una volta una coppia con un figlio dodicenne. La famiglia possedeva un asino. Un giorno decisero di viaggiare, e tutti e tre partirono con l'asino. Arrivati al primo paese, la gente cominciò a commentare: "Che ragazzo maleducato, lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano". Per tacitare i commenti, fecero scendere il ragazzo dall'asino e ci salì il padre. Arrivati al secondo paese, la gente di nuovo cominciò a mormorare: "Guardate che svergognato quell'uomo, comodo sull'asino mentre la povera moglie e il ragazzo lo tirano". Allora decisero di far salire lei sull'asino, mentre il padre e il ragazzo lo tiravano. Arrivati al terzo paese, di nuovo la gente si mise a commentare: "Pover'uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, gli tocca tirare l'asino con sopra sua moglie. E povero figlio, chissà quante ne passa, con una madre del genere". Allora decisero, con qualche riserva, di salire tutti e tre sull'asino. Arrivati al paese successivo, si sentirono dare delle bestie perché il loro peso avrebbe spaccato la schiena al povero asino. Dunque scesero tutti e cominciarono a camminare insieme all'asino. Passando poi per il paese seguente, si sentirono dare degli idioti in quanto possedevano un asino, ma nonostante ciò camminavano tutti, invece di essere comodamente portati. Morale: Ti criticheranno sempre, sarà difficile incontrare qualcuno a cui andrai bene esattamente come sei. Quindi, vivi seguendo ciò che ti dice il cuore. La vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali. Dunque canta, ridi, balla, vivi intensamente ogni istante prima che cali il sipario. Quando qualcuno vi criticherà senza motivo o ingiustamente, ripensate a questo racconto, rievocate nella mente i vostri punti di forza, e ignoratelo.
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Il timore del giudizio altrui nel mental training. Vediamo cosa prevedono le tecniche di mental training per superare il timore del giudizio altrui, il più delicato tra i fattori distraenti
Il timore del giudizio altrui nel mental training. Tra i fattori distraenti, il timore del giudizio altrui merita un discorso a parte in quanto può appesantire talmente tanto la mente del giocatore, da condizionarne negativamente la prestazione, limitarne il potenziale e influenzarne pesantemente il risultato. Tale paura si può concretizzare in presenza del pubblico, di amici, di compagni di gara, ma può presentarsi anche in presenza di qualche semplice osservatore. La psicologia sportiva ha portato avanti numerose ricerche a riguardo, evidenziando che quando un atleta padroneggia (ovvero si sente capace e bravo in un certo aspetto del gioco) una determinata tecnica ed è contemporaneamente osservato da qualcuno mentre gareggia, la sua prestazione sarà tendenzialmente migliore di quando non è presente nessuno a guardarlo. Al contrario, quando un giocatore non sente di padroneggiare un certo gesto o prestazione, in presenza di pubblico tenderà a giocare peggio di quando si trova da solo. Questo significa che la presenza di osservatori, pubblico, tifosi ecc. può essere un'arma a proprio favore oppure un ostacolo, a seconda di quanto ci si senta padroni del gioco o di un certo movimento tecnico. Perciò, allenarsi adeguatamente e con criterio è fondamentale anche per questo motivo: in questo modo, si sviluppa l'autoefficacia e la consapevolezza dei propri mezzi, contribuendo a far sentire se stessi padroni del gioco e quindi a sfruttare la presenza del pubblico a proprio favore. In questa nuova situazione, gli osservatori, spettatori, o tifosi si trasformano da fattore limitante a un vantaggio, più o meno consapevole. Il timore del giudizio però può assumere anche altre forme, in particolare se abbiamo poca autostima o se fin da piccoli siamo abituati a preoccuparci eccessivamente del giudizio altrui, o se ci siamo sentiti spesso disapprovati e svalutati, tanto da ricevere critiche frequenti. Spesso però la paura delle critiche rimane infondata, rivelandosi una semplice speculazione mentale di quelle situazioni passate. Altre volte invece le critiche arrivano ma non sono costruttive, o peggio sono infondate, o non sono basate su fatti reali. Anche in questo caso preoccuparsene sarebbe del tutto inutile. Dunque, il consiglio più adatto è quello di valutare voi stessi in base all'impegno che avete messo nell'eseguire la prestazione, nel vostro gioco, e non in base a quel che dicono gli altri. Solo di questo è giusto preoccuparsi: l'appagamento o l'insoddisfazione devono legarsi alla qualità della performance, e non al giudizio altrui. Proseguiremo l'argomento nel prossimo articolo, con ulteriori spunti.
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Trattare i fattori distraenti con il mental training. Tecniche utili alla gestione ed eliminazione dei fattori distraenti
Trattare i fattori distraenti con il mental training. I fattori distraenti, come già accennato, possono essere interni ed esterni. Abbiamo visto un esercizio di imagery utile all'eliminazione dei fattori interni. Cominciamo subito con un altro esercizio dello stesso tipo, da usare in alternativa a quello già descritto, per trattare questi fattori ed eliminarli.
Un suono o un rumore proveniente dall'esterno ti disturba e ti impedisce la concentrazione. Ascolta bene questo suono e aumenta il suo volume; ora riportalo a volume normale; adesso invece diminuiscilo, fino a farlo cessare completamente.
Ora senti di nuovo il silenzio, sei calmo e concentrato.
Un'immagine proveniente dall'ambiente esterno ti distrae durante la gara; osserva bene l'immagine, ora rendila sfocata, sempre più sfocata, fino a farle perdere l'intensità. I suoi contorni ora sono indefiniti, nebulosi, e l'immagine si confonde con il resto dell'ambiente, fino a scomparire. Ora vedi solo l'ambiente tranquillo.
Sei calmo e rilassato, calmo e concentrato.
Un ricordo fastidioso si fa strada nella mente. Si tratta di un ricordo lontano, legato a un episodio negativo. Osserva attentamente questa immagine, non cercare di cacciarla dai pensieri. Osservane i colori e percepisci le sensazioni emotive negative. Adesso pian piano trasforma l'immagine in bianco e nero. Allontana adesso l'immagine in bianco e nero dalla tua mente, facendola diventare sempre più piccola, sempre più lontana, fino a farla diventare un puntino, fino a farla scomparire.
Ti senti bene, sei molto concentrato sul tuo compito.
Lentamente apri gli occhi, e tutto avrà forma nuova.
Questo esercizio serve ad allontanare dalla mente i fattori distraenti di tipo esterno, come un rumore o un'immagine, una persona, una situazione che può distogliere l'attenzione dall'esecuzione del colpo, e dai fattori distraenti di tipo interno come dei ricordi che possono turbare emotivamente e quindi distrarre il giocatore da ciò che sta facendo. Per ciascuno di questi casi si utilizzerà l'esercizio descritto con la situazione adatta a ciò che sta accadendo. Sarà sufficiente un minuto per praticarlo, e per ritrovare la concentrazione necessaria all'esecuzione del compito. Nel prossimo articolo vedremo cosa fare nel caso più delicato tra i fattori distraenti: il timore del giudizio altrui.
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Fattori distraenti nel mental training. Cosa cono i fattori distraenti e come possono essere gestiti o eliminati con le tecniche di mental training
Fattori distraenti nel mental training. Intanto, in cosa consistono e cosa sono i fattori distraenti? Come possono essere eliminati? Nella psicologia dello sport, i fattori distraenti sono tutti quegli elementi o stimoli, o situazioni, persone o pensieri che distraggono dalla prestazione in atto. In pratica non solo non favoriscono la prestazione, ma possono influenzarla negativamente, intaccando il rendimento in campo. Si distinguono in due tipologie, i fattori interni ed esterni. Quelli interni sono i pensieri, ossia tutte le immagini, riflessioni, ricordi, ragionamenti, stimoli, credenze, monologhi interiori ch provengono dal nostro mondo interiore e che non riguardano il momento presente in cui si sta eseguendo la prestazione. I fattori distraenti esterni sono elementi che riguardano l'ambiente esterno, ovvero il pubblico, il rumore, il giudizio degli altri, gli sguardi, il terreno, il vento e così via. Tutto ciò sposta il focus attentivo lontano dalla prestazione che invece è l'unico elemento su cui si dovrebbe rivolgere l'attenzione. Esistono molte tecniche di mental training che possono aiutare a gestire questi fattori. Abbiamo già parlato del self talk, dello spostamento consapevole del focus attentivo e della respirazione. Un altro elemento utile è l'utilizzo corretto della routine (di cui parleremo più avanti), e inoltre allenare e replicare in campo le situazioni problematiche e stressanti, al fine di conoscerle in modo più approfondito ed essere pronti quando serve. In questo modo si attua una valida strategia di controllo e gestione di tutti i fattori distraenti, in particolare se di tipo tecnico come i bunker e l'acqua, o colpi difficili e così via. Il consiglio è di prendere consapevolezza di tutti i fattori distraenti, sia interni che esterni, magari elencandoli in una tabella. Poi si possono evocare delle immagini utili allo scopo (dopo aver eseguito il rilassamento).
Immagina te stesso mentre vai in campo: la giornata è fredda e riesci a percepire il fresco sul viso. Stai per partecipare a una gara molto importante.
Osserva la scena con attenzione: i colori, l'ambiente che ti circonda, i suoni e percepisci le tue sensazioni emotive e corporee.
Nella tua mente c'è un pensiero inadeguato che ti disturba e distrae. Comincia allora a visualizzare un grande segnale di STOP.
Concentrati sul segnale e poco a poco il tuo pensiero inadeguato perde intensità fino a scomparire.
Ti senti bene, sei concentrato sul compito.
Lentamente apri gli occhi, e tutto avrà forma nuova.
Nel prossimo articolo vedremo altri esercizi utili allo scopo.
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Gestione emozionale e visualizzazione. Come gestire l'ansia prima della gara attraverso l'utilizzo della visualizzazione
Gestione emozionale e visualizzazione, come si gestisce l'ansia prima della gara? Chi più chi meno, tutti proviamo un certo batticuore prima di una competizione o di una prestazione (anche non sportiva) in cui vogliamo eccellere, come ad esempio per un esame. Sono situazioni particolari in cui dobbiamo sfruttare al meglio le nostre capacità di concentrazione e di esecuzione della tecnica, e per questo dobbiamo essere in grado di trasformare lo stress nocivo dell'ansia in eustress, ovvero lo stress positivo, utile a fornirci il grado di concentrazione massima che serve per ottenere una prestazione eccellente e di qualità. Parliamo dunque di emozioni. L'ansia prima di una gara può rivelarsi utile e facilitante, a condizione che non sia eccessiva, che rimanga entro certi limiti e che non si trasformi in vero e proprio panico. Deve cioè trovarsi nel livello medio dell'attivazione psico-fisiologica o arousal, ovvero a metà via tra la totale apatia e il panico. La gestione emozionale entra in nostro soccorso con delle metodologie adatte a trasformare queste emozioni in concentrazione, con le tecniche ideo-motorie. Si tratta della visualizzazione delle situazioni ansiogene: associando questa imagery ad una pratica di rilassamento si arriverà alla gara con la giusta dose attivazionale. Sarebbe inutile cercare di eliminare l'ansia, specie se la competizione è importante e particolarmente sentita. Si deve accettare come parte del gioco e imparare a gestirla con la respirazione e il self-talk, con un atteggiamento propositivo e positivo e con la concentrazione sul gioco. Ecco un esercizio utile, da eseguire con regolarità, che vi permetterà di ottenere risultati nel lungo termine. Prima di tutto si deve eseguire la respirazione diaframmatica (come già spiegato) per rilassarsi. Una volta eseguito, richiamate mentalmente queste immagini:
Immagina te stesso mentre stai per giocare: la giornata è calda e riesci a percepire la gradevole temperatura sul tuo corpo.
Stai per disputare una gara importante, molto importante.
Ora immagina una situazione per te stressante che a volte ti capita di vivere in gara: ti senti a disagio e provi un senso di fastidio.
Ora però cominci ad accorgerti che questo disagio diminuisce, facendo posto al benessere del tuo corpo e della tua mente.
La situazione ora è sempre più sotto controllo, governabile, e tu ti senti sicuro e tranquillo.
Osserva con attenzione i colori, osserva ciò che ti circonda, ascolta i suoni e avverti le tue percezioni emotive e corporee.
Ti senti bene, sei felice e sicuro di te.
Lentamente ora apri gli occhi, e respira profondamente.
Praticate questo esercizio per la gestione emozionale costantemente, e vedrete che risultati!
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Allenamento ideo-motorio e immagini mentali. Le applicazioni di un programma di allenamento ideo-motorio: immaginate il vostro gioco migliore!
Allenamento ideo-motorio e immagini mentali. Con la pratica costante dell'allenamento ideo-motorio potrete non solo immaginare il vostro gioco migliore, ma sarete più pronti ad affrontare la situazione quando si verificherà nella realtà, aumentando l'efficacia del vostro gioco, migliorando la vostra tecnica, e gestendo meglio le situazioni ansiogene. L'allenamento ideo-motorio è un programma mentale che prevede precisi passaggi, tra cui l'apprendimento di esercizi di rilassamento (come quelli descritti negli articoli precedenti, ad esempio) e di specifiche visualizzazioni create in base all'esigenza, dapprima generiche, poi sempre più dettagliate e complesse. Si comincia sempre con un breve esercizio di rilassamento per aiutare la mente a liberarsi dai pensieri distraenti. Dopo un training di alcune sedute effettuate con l'utilizzo di immagini mentali neutrali, si passa a immagini specifiche di golf costruite in base a ciò che il giocatore desidera migliorare: un gesto tecnico, un movimento, un percorso di gara difficile da affrontare, o altro. Non tutti hanno la stessa predisposizione all'immaginazione, perciò talvolta può essere utile ricorrere a dei filmati appositi per stimolare la mente del giocatore sull'argomento in questione. Ad esempio, saranno utili i video tecnici che i maestri usano con gli allievi, oppure dei filmati sul gioco dei campioni. Ma nonostante sia il canale visivo quello dominante, bisognerà allenare anche gli altri sensi, in quanto la combinazione di tutti i canali sensoriali produrrà immagini più vivide e realistiche, contribuendo a programmare la mente e ad abituare il corpo a riprodurle in seguito nella realtà. Una volta apprese le tecniche si potranno raffinare imparando a cambiare piano visivo: è molto utile infatti immaginarsi esternamente, in terza persona, come se foste spettatori della vostra stessa prestazione. Sia la visualizzazione interna, cioè in prima persona, che quella esterna, sono molto utili per percepire la situazione analizzata con tutte le sfaccettature possibili. Provateci, percepite (e poi create) il vostro gioco migliore!
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Le immagini mentali nell'allenamento ideo-motorio. Nel mental training, le immagini mentali vengono utilizzate in un programma di allenamento specifico, chiamato ideo-motorio
Le immagini mentali ci aiutano in ogni situazione, sia essa di allenamento sportivo che nell'ambito lavorativo e privato. Figurandoci mentalmente in determinate situazioni, sembrerà di viverle e permetteranno di farci trovare più preparati ad affrontarle nella realtà, nel momento in cui si verificheranno. La pratica di un allenamento mentale intelligente e costante ha indubbi vantaggi, ma per sfruttarne appieno le potenzialità è necessario eseguire gli esercizi costantemente, come si fa con la pratica dello sport. L'ho già detto e non mi stancherò di ripeterlo: solo con l'allenamento di mental training praticato costantemente si potranno raggiungere i migliori risultati nella pratica! Nella psicologia sportiva esiste un programma specifico di allenamento mentale chiamato allenamento ideo-motorio, che permette di migliorare molti aspetti della prestazione attraverso l'uso delle immagini mentali. Questo significa che se volete migliorare il vostro swing, o gestire l'ansia della prestazione, potete farlo attraverso l'uso delle immagini mentali; l'esercizio è noto anche come visualizzazione. Sebbene il termine faccia puro riferimento all'aspetto visivo dell'immaginazione, in realtà possono essere coinvolti anche gli altri sensi: uditivo, cinestesico, gustativo, olfattivo e tattile. Si può spaziare dall'allenamento di particolari gesti tecnici al recupero post-infortunio, alla gestione delle situazioni che creano ansia o dei fattori distraenti, al miglioramento delle capacità di concentrazione, all'incremento dell'autostima e della propria efficacia nel gioco; le applicazioni sono infinite. Studi scientifici hanno dimostrato che la mente umana non percepisce differenza tra un'immagine reale e una vividamente evocata, e si è verificato che usando immagini costruite ad hoc in base alle specifiche esigenze, si sono ottenuti progressi straordinari nel miglioramento delle performance di gioco. L'allenamento ideo-motorio è un programma mentale che prevede precisi passaggi, tra cui l'apprendimento di esercizi di rilassamento e di specifiche visualizzazioni create in base all'esigenza, dapprima generiche, poi sempre più dettagliate e complesse. Nel prossimo articolo vedremo meglio di cosa si tratta.
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Preparazione ed esercizi di rilassamento. Le tecniche di mental training permettono di prepararsi in modo adeguato per le competizioni
Preparazione ed esercizi di rilassamento. La preparazione richiede un certo periodo di pratica, non è possibile aspettarsi dei miglioramenti istantanei. Per eseguire le tecniche, indossate vestiti comodi, scegliete un luogo tranquillo, spegnete il telefono e mettetevi a vostro agio. Non troppo però, o rischierete di addormentarvi! Il luogo ideale è il pavimento su cui avrete adagiato un materassino. Sarete comodi ma allo stesso tempo eviterete di prendere sonno, non è questo lo scopo dell'esercizio. Quando sarete in grado di padroneggiare le tecniche, riuscirete a rilassarvi anche negli spogliatoi tra il rumore e le chiacchiere degli altri giocatori. Usate (se vi aiuta) un sottofondo musicale new age o di musica classica. L'esercizio di preparazione può durare dai cinque ai dieci minuti, ma deve essere ripetuto con costanza, ogni giorno. Respirate in maniera diaframmatica. Ripetete mentalmente questi frasi, o registratele e ascoltatele in cuffia:
"Chiudi gli occhi, concentrati sul tuo respiro. Inspira ed espira lentamente, e profondamente. Percepisci il flusso d'aria che entra ed esce dalle narici. Il tuo corpo diventa pesante e rilassato, i tuoi piedi sono rilassati e pesanti, i tuoi polpacci sono rilassati e pesanti. Le tue gambe ora sono rilassate e pesanti. Continua a distendere tutti i muscoli del tuo corpo, le gambe, i glutei, i muscoli addominali, la schiena. Distendi le spalle, le braccia e le mani, che ora sono rilassate e pesanti. Distendi i muscoli del collo, rilassa i muscoli del viso, la fronte, gli occhi. Ti senti bene, molto bene, sei rilassato e tranquillo. Senti la calma e la tranquillità che ti avvolgono. Continua a respirare profondamente per qualche istante, poi, quando lo desideri, apri gli occhi.
A questo punto ci si può stiracchiare ed alzare, ma fatelo lentamente. È sicuramente una buona idea registrare una valutazione quotidiana per ogni seduta di rilassamento, dandole un punteggio. Ad esempio potreste valutare da 1 a 5 la qualità del grado di rilassamento raggiunto, dove 1 è insufficiente e 5 è ottimo. Tenete la tabella ogni giorno per cinque settimane, così potrete verificare i vostri progressi nell'esecuzione della tecnica di preparazione.
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Vantaggi, difficoltà ed elementi di disturbo nel rilassamento. Vediamo quali sono i vantaggi del rilassamento e quali difficoltà si possono incontrare nell'esecuzione della tecnica
Vantaggi, difficoltà ed elementi di disturbo nella pratica del rilassamento. I vantaggi che si riscontrano praticando le tecniche di rilassamento sono evidenti: sono facili da imparare, bastano pochi minuti di pratica al giorno e non hanno controindicazioni. Gestiscono l'ansia prima della gara, stimolano una generale sensazione di benessere psicofisico e di tranquillità, aiutano a gestire lo stress e i fattori distraenti, rigenerano l'energia e stimolano la concentrazione. Tra i vantaggi, si aggiungono anche la maggiore sincronia (il qui e ora), che aumenta l'autoconsapevolezza, e si possono praticare in modo agevole con la visualizzazione, tecnica che porta indubbi vantaggi sull'autostima di ciascuno e sul miglioramento del self talk. Se i vantaggi sembrano palesi, vale la pena spendere una parola in più per le difficoltà e gli elementi di disturbo che si possono verificare nella pratica delle tecniche. Può succedere ad esempio di non riuscire a tenere gli occhi chiusi, soprattutto all'inizio. Con la pratica costante imparerete a rilassarvi gradualmente e anche a tenere gli occhi chiusi, permettendo alla vostra mente di entrare in una dimensione di profonda distensione psicofisica. Può succedere anche di sentirvi nervosi e di non riuscire a rilassarvi, ma anche questo è un problema iniziale che scomparirà con la pratica. Ma il problema che si verifica maggiormente (udite, udite!) è il sonno che sopraggiunge e che vi fa addormentare! Dunque, il rilassamento in questo caso ha funzionato anche troppo. In realtà il sonno sarebbe da evitare perché l'obiettivo del rilassamento è di abbassare la tensione, regolare il livello di attivazione e gestire la situazione ansiogena, quindi evitate di praticare la tecnica sdraiandovi sul letto o sul divano; usate invece un materassino adagiato sul pavimento. Un'altra difficoltà che può vanificare l'effetto del rilassamento è il formicolio che si può avvertire durante l'esercizio; non spaventatevi e proseguite con l'esercizio perché è assolutamente normale, anzi: è addirittura indice di un ottimo grado di rilassamento, profondo ed efficace, e si verifica perché il sangue sta irrorando le parti periferiche del corpo (gambe, piedi, braccia e mani). Potrebbe anche verificarsi l'amplificazione della percezione alcuni dolori, se ad esempio siete rimasti infortunati o avete stressato troppo i muscoli o le articolazioni. Il rilassamento può ingigantire la percezione del dolore, ma con la pratica si diventa sempre meno sensibili a queste sensazioni. Nel prossimo appuntamento vedremo come prepararci per eseguire un buon rilassamento e vedremo un esercizio da praticare insieme.
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Esercizi di rilassamento nel mental training. Le tecniche per migliorare il vostro gioco, controllare l'ansia e focalizzare l'attenzione
Esercizi di rilassamento nel mental training. Quali sono le tecniche migliori per tenere sotto controllo l'agitazione e focalizzare l'attenzione sul gioco, evitando di distrarsi a causa dei fattori esterni? Questo è il motivo principale per cui anche i migliori giocatori a volte non rendono secondo le loro reali capacità. Un po' di ansia va bene per ottenere buone prestazioni, perché si può trasformare in eustress e in concentrazione, quindi in carica ed energia agonistica positiva. L'ansia si può controllare con il self talk, le immagini mentali e gli esercizi di rilassamento. Giocare a golf implica di riuscire a mantenere la giusta concentrazione, conservando la fiducia nelle proprie capacità, attaccando e staccando la spina rispettivamente quando la situazione lo richiede e lo permette. Significa quindi gestire la tensione, i fattori che distraggono, le situazioni esterne che impensieriscono, ma anche una eccessiva carica agonistica che volge troppa attenzione al risultato finale. Tutti sbagliano e tutti si arrabbiano, ecco perché è necessario utilizzare la mente al servizio della prestazione. L'ansia (giusto un po') intesa come attivazione psico-fisiologica va bene, ma va gestita e trasformata in energia positiva per la prestazione. Uno degli esercizi di rilassamento più utilizzati, in quanto praticabile anche durante lo svolgimento della gara, è la respirazione diaframmatica o rilassante. La tecnica è la stessa usata nelle arti marziali, nel canto e nelle pratiche meditative, e questo rende l'idea di quanto sia utile per la concentrazione. Si respira lentamente focalizzando l'attenzione sul flusso d'aria che entra ed esce dalle narici, in modo profondo; mentre inspirate cercate di gonfiare l'addome, rilasciando quando espirate. Quattro o cinque respirazioni complete sono sufficienti per diminuire lo stato di tensione. Grazie a questa modalità respiratoria sarà inoltre possibile tornare con la mente sul momento presente, entrando in sincronia con il qui e ora. Dunque, approfittate delle pause, anche di quelle brevi, per praticare questi esercizi di rilassamento ed ottenere un risultato immediato. Nel prossimo articolo conosceremo altre tecniche da praticare in sede di allenamento o in sessione di mental training.
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La sincronia con l'ambiente circostante nel mental training. Cosa significa essere in sincronia con l'ambiente e perché è così importante
La sincronia con l'ambiente nel mental training. Cosa significa essere in sincronia con l'ambiente circostante? Essere in sincronia significa trovarsi in uno stato di sintonia con il luogo in cui ci si trova ma soprattutto con il compito che si deve svolgere in quel luogo; significa cioè operare nel "qui e ora" (hic et nunc), vivere il momento presente, senza lasciarsi distrarre da pensieri negativi relativi a preoccupazioni esterne, a cose che non riguardano la gara che si sta svolgendo nel qui e ora. La sincronia permette di ottenere un alto livello di concentrazione e di attenzione, che sono focalizzate sul compito e non su fatti ed elementi esterni appartenenti al passato, al presente o al futuro che non sono attinenti con la prestazione sportiva in corso. Lo sviluppo di una buona sincronia è necessario per aumentare la concentrazione e l'attenzione per raggiungere una buona prestazione. Tutto gira intorno al fatto che siamo noi stessi a controllare ed orientare il nostro focus: a volte è sul gioco, a volte è sul passato, altre sul futuro. Ma se volete giocare al meglio e godere del vostro golf migliore, dovete sincronizzarvi sul presente. La focalizzazione dunque diventa un atto consapevole su quello che state facendo, sulla prestazione in corso. Si può paragonare ad un riflettore puntato su di voi, come se foste su un palcoscenico, e voi stessi potete decidere dove direzionare la luce e cosa illuminare, se il gioco o qualcosa che non c'entra nulla con esso; e in questo secondo caso, perderete la vostra efficacia nelle prestazioni. Quando vi capita di perdere il vostro focus attentivo, aiutatevi con lo sguardo e con la respirazione, mentre il vostro dialogo interiore vi dirà di concentrarvi sul gioco. In questo modo tornerete in sincronia nel momento presente. Un altro modo per ritrovare la sincronia in modo efficace è tramite l'utilizzo di esercizi di rilassamento, che vedremo nel prossimo articolo.
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Il livello di attivazione, come gestirlo. Come fare per raggiungere un livello di attivazione efficace con il mental training
Il livello di attivazione, come si può gestire? Ricordiamo che il livello di attivazione valuta la reazione agli stimoli in una determinata situazione. Un basso livello di attivazione prevede la totale o quasi assenza di emozioni, o apatia, tipico di un carattere troppo flemmatico. Un alto livello di attivazione determina invece ansia, stress e in alcuni casi addirittura panico. Dunque è necessario raggiungere il livello di attivazione più efficace di risposta agli stimoli determinati da una situazione, ad esempio il risultato di un colpo e la valutazione del successivo. Il livello di attivazione dunque andrà alzato o abbassato in base al vostro carattere e alle vostre reazioni. Esistono delle tecniche, vediamole insieme. Il livello di attivazione andrà alzato quando si è particolarmente stanchi o demotivati, annoiati o pigri, o avete la tendenza ad essere apatici nel reagire alle situazioni. Per farlo potrete usare il dialogo interiore positivo, con frasi motivanti, o richiamare alla memoria i vostri punti di forza. Potrete poi eseguire degli esercizi di stretching che vi aiuteranno ad attivarvi, insieme alla respirazione attivante, eseguita con il torace, con intensi e veloci respiri con il naso, come solitamente si fa quando si è spaventati; lo scopo è quello di attivare lo stimolo ed indurre la mente ad uno stato di sveglia, di allerta, per concentrare l'attenzione sulla situazione che si è creata. Per abbassare il livello di attivazione (situazione che si crea quando si tende ad essere troppo tesi, nervosi, arrabbiati, agitati fino all'eccesso) si utilizzano delle tecniche di rilassamento (che vedremo meglio in seguito) e di respirazione diaframmatica. Si dovrà respirare lentamente e con il naso in modo profondo, gonfiando il ventre quando si inspira e rilasciandolo in fase di espirazione. Quattro o cinque respirazioni complete saranno sufficienti per allentare la tensione. Usate il dialogo interno positivo, fissate l'attenzione sui vostri punti di forza e richiamate a voi la fiducia nel vostro gioco. Queste accortezze vi aiuteranno sicuramente a migliorare il livello di attivazione rendendolo ottimale alla situazione che si è creata.
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Lo stress prima della gara, nel mental training. Come gestire la situazione di ansia che si prova prima di iniziare un torneo
Lo stress prima della gara, prima di un esame, prima di un colloquio; tutti noi abbiamo vissuto almeno una volta questa situazione e sappiamo bene quanto possa essere pesante e a volte controproducente. Essere nervosi non aiuta ad eseguire una buona prestazione, anzi. Bisogna quindi imparare a gestire questo momento. Come? Sappiate che è possibile canalizzare lo stress in energia, facendolo diventare eustress, o stress positivo, attraverso il rilassamento e la concentrazione. L'unico fattore positivo dello stress, consiste proprio nel fatto che sia composto da energia, e che questa può essere canalizzata con le metodologie già viste: concentrazione, self talk, pensiero positivo, visualizzazione, ancoraggio. Lo stress in questo modo diventa concentrazione e sarà quindi possibile sfruttare tali energie per raggiungere un buon risultato. Lo stereotipo comune rimane quello che vede l'ansia pre gara come una sensazione da voler eliminare a tutti i costi, perché tale stress (il distress) genera rabbia, panico, ansia e insicurezza. Lo stress positivo invece aiuta a trasmettere energia, passione, entusiasmo e grinta, proprio ciò che ci vuole per giocare con successo. Le componenti fisiologiche esistono in entrambi i casi e comportano sudorazione, alterazione del battito cardiaco, contrazioni muscolari ecc. e anche componenti cognitive come pensieri positivi o negativi a seconda del tipo di stress. Ecco quindi che il dialogo interiore viene in soccorso dell'atleta, conferendogli il giusto tipo di atteggiamento che gli permetterà di canalizzare i pensieri e di trasformare lo stress da distress in eustress. Quindi, immagini positive fissate sui vostri punti di forza, pensieri sulla vittoria, sulla stima nel vostro gioco, sulla fiducia nelle vostre abilità, porteranno l'energia positiva che serve ad ottenere un buon risultato. Perciò non cercate di reprimere lo stress pre gara (magari con farmaci o ansiolitici) ma abbinate il carico al self talk positivo: lo stress passerà da un nemico da combattere a un potente alleato del vostro gioco. Il risultato è garantito!
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Attivazione psicofisiologica. Determina il livello di attenzione con cui mente e corpo si preparano ad affrontare una situazione
Attivazione psicofisiologica nel mental training. Quando si deve fronteggiare una situazione di qualunque tipo, che sia lavorativa, di studio, o ad esempio si deve affrontare una gara di golf, il nostro organismo, nella sua accezione di unità di mente e corpo, si prepara ad affrontarla con una attivazione psicofisiologica utile e mirata, o almeno così dovrebbe essere, visto che purtroppo molte volte avviene in modo inefficace e negativo. Le ricerche evidenziano uno strettissimo rapporto tra questa attivazione e la riuscita di una buona prestazione; se l'attivazione avviene in modo positivo, sarà più facile ottenere un buon risultato, nel caso contrario sarà negativo. L'attivazione psicofisiologica è di fatto il livello di allerta stimolato dalla situazione che si pone di fronte, con cui mente e corpo si preparano quindi ad affrontarla. Il livello di arousal che si può creare parte da un minimo livello di attivazione in cui l'attenzione è pigra, bassa o inesistente, fino a un massimo livello in cui si crea una situazione di stress, di rabbia o addirittura di panico. Gli estremi sono situazioni che determinano un cattivo risultato, una performance negativa. Il livello ottimale sta ovviamente nel mezzo: i valori medi di arousal determinano la migliore performance. Gli estremi motivazionali sono tutt'altro che utili al raggiungimento della buona prestazione. I livelli intermedi invece sono quelli efficaci: inducono infatti a una buona concentrazione ed attenzione, ad un generale livello di benessere e di autoefficacia, tutti elementi ottimali per l'ottenimento di una prestazione eccellente. Ora, tali considerazioni non sono valide per tutti; sarà utile che ciascun golfista valuti il proprio livello ottimale insieme ad un esperto. Può essere infatti che per un giocatore dal carattere particolarmente ansioso il livello ottimale sia medio-alto, mentre per un altro giocatore normalmente flemmatico il livello ottimale sia medio-basso. Quello che è certo è che gli estremi, caratterizzati da troppa tensione o totale assenza di attivazione, inducono generalmente a poca concentrazione, che si trasforma in una scarsa prestazione. Per il giocatore medio, non troppo ansioso e nemmeno troppo impassibile, il livello medio di attivazione psicofisiologica porterà quindi a una buona concentrazione, che si tramuterà in una buona prestazione, e quindi al buon risultato. Qual è il vostro livello ideale?
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La concentrazione e la sua importanza. Focalizzare l'attenzione sul gioco per ottimizzare la prestazione sportiva
La concentrazione e la sua importanza. L'attenzione è quel processo mentale che permette di selezionare alcuni stimoli, ignorandone degli altri (attenzione selettiva). Si tratta quindi della capacità di focalizzare l'attenzione su specifici elementi o situazioni, con lo scopo di ottimizzare la prestazione che si sta eseguendo; assumere il comportamento ottimale in quella determinata prestazione. Ovviamente vale in ogni situazione, sia che si tratti di una gara di golf come di una circostanza lavorativa o privata. Bisogna tener presente che nel contesto di una gara di golf, che può durare anche quattro o cinque ore, non è umanamente possibile mantenere alto il livello della concentrazione per tutto il tempo. Sarà dunque necessario trovare dei momenti in cui rilassarsi e ricaricare le energie per riprendere poi la concentrazione quando serve. Concentrarsi infatti significa spostare a proprio vantaggio (e più o meno consapevolmente) il focus dell'attenzione, orientandola su una certa situazione, e canalizzando tutte le energie mentali e fisiche su di essa, scegliendo la giusta tattica. Ad esempio, un elemento su cui concentrarsi potrebbe essere un colpo o un obiettivo di gioco, mentre una situazione potrebbe essere l'adozione di una certa strategia di gara. Concentrarsi significa anche saper cogliere il momento utile per fare queste scelte e decidere invece quando è il momento di rilassarsi, staccare la spina e riprendere quando è necessario. Concentrarsi richiede notevoli energie e bisogna far attenzione a non sprecarle, in quanto si potrebbe compromettere l'intera prestazione. Ad esempio, durante una gara la concentrazione dovrà essere totale, utilizzando il 100% delle energie mentali e fisiche, prima di effettuare un colpo, e sarà invece opportuno de-concentrarsi tra un colpo e l'altro, per ricaricare le energie e ritrovare la concentrazione totale quando servirà per il successivo tiro. Attenzione e concentrazione sono altamente influenzate da un concetto molto importante: l'attivazione psicofisiologica, definita anche arousal. Definiremo questo concetto e ne vedremo le implicazioni nel prossimo appuntamento con la rubrica di mental training.
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La tensione da risultato nel mental training. Pensare troppo al risultato non è positivo! Il mental training ci insegna come fare
La tensione da risultato. L'influenza del dialogo interiore e dei pensieri sul gioco è determinante per il risultato. Spesso gli errori che vengono commessi durante il gioco sono una conseguenza diretta di una inadeguata predisposizione mentale. Si chiama "tensione da risultato" e purtroppo è una situazione che si verifica spesso. "Devo vincere a tutti i costi!" oppure "Non posso permettermi di commettere errori!" o ancora "Sono sotto gli occhi di un pubblico esigente, è un colpo facile ma mi tremano le gambe, aiuto!" sono frasi in cui tutti si riconoscono almeno una volta durante il gioco, qualunque ne sia il livello. Dunque, se vi è successo, siete o siete stati vittime della tensione da risultato o ansia da prestazione sportiva. Si tratta di un "virus" molto diffuso, quasi tutti gli sportivi a livello agonistico ne soffrono, eccetto (naturalmente) i bambini in quanto il loro interesse prevalente è quello di divertirsi. A riguardo si può aggiungere una cosa importante: se per i bambini non fosse così, significherebbe che sono allenati da maestri che hanno perso il vero senso del loro mestiere, ovvero educare prima ancora che allenare. Senza considerare che l'attività sportiva, nei bambini, quando è mirata troppo al risultato, rischia di finire in antipatia e il più delle volte il piccolo atleta perde interesse nello sport. Quindi tale sforzo risulta del tutto inutile. Senza la passione, che è il fuoco interiore che ci spinge a praticare lo sport, e senza il divertimento, non si ottengono risultati! Ma questo termine, risultato, cosa significa? Dal dizionario: risultato è ciò che emerge come conclusione, esito, effetto di qualcosa. L'effetto nel nostro caso è la gara, un giro di golf, una partita, una sfida con un amico. Ma ci dimentichiamo spesso che il risultato è in realtà incontrollabile, almeno direttamente. Ecco spiegato il mistero: se prima di un torneo avete coltivato aspettative eccessive rispetto alle vostre reali possibilità, molto probabilmente non vincerete. Se la vostra attenzione è focalizzata solo sul risultato, la tensione aumenterà alle stelle e con altrettanta probabilità resterete a bocca asciutta. Il risultato dipende da troppe cose che non potete controllare: la forza dell'avversario, le insidie del percorso, la prestazione, varie ed eventuali tra cui la fortuna/sfortuna. L'unico aspetto controllabile è la vostra prestazione. Lavorando su di essa prenderete il controllo su di voi stessi fisicamente e mentalmente, e influenzerete indirettamente il risultato. Buona prestazione significa buon risultato, e se questo non è arrivato probabilmente è dipeso dagli elementi incontrollabili e non avete nulla da rimproverarvi. Andrà meglio la prossima volta! Attenzione però: tutto ciò non significa che non dobbiate porvi degli obiettivi. Questi ci devono essere sempre, altrimenti si va avanti per inerzia. Ma mentre eseguite il gioco non pensateci troppo, o sarete sopraffatti dall'ansia. Focalizzatevi sul gioco e sul vostro impegno, i risultati saranno la logica conseguenza!
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Evento, causa ed effetto nel mental training. Per ogni evento che si verifica, c'è una causa che ha generato un effetto. Vediamone le implicazioni secondo il mental training
Evento, causa ed effetto nel mental training. Per ogni evento che si verifica, si suppone che ci sia una causa che ha generato un effetto. Se crediamo di essere influenzati da cause esterne al nostro controllo, non potremo mai assumere le responsabilità dei risultati che otteniamo. Quindi, diventiamo vittime del destino, o del caso. Per cambiare modo di pensare, bisogna chiedersi cosa sia necessario fare (in modo diverso da come stiamo agendo) per ottenere il risultato che si vuole raggiungere, sia esso a breve termine come vincere il torneo in corso, o a lungo termine, come salire in classifica OWGR. Allora sì che sarà possibile raggiungere l'obiettivo, la vittoria, il miglioramento di posizione in classifica. Noi abbiamo tutte le risorse, dobbiamo imparare a sfruttarle; per prima cosa è necessario ammettere una responsabilità interiore, quella di non aver gestito bene le nostre capacità. A questo punto, la responsabilizzazione è compiuta, e sarà possibile arrivare al risultato. Nel capacitarsi delle informazioni che ogni giorno entrano e "disturbano" il lavoro, il pensiero, bisogna tener conto di alcuni fattori che sono talvolta molto personali; sono dei filtri che producono delle distorsioni nel modo di vedere le cose, e spesso creano difficoltà nell'azione. Tali processi sono inconsci e derivano sempre dal linguaggio con cui vengono metabolizzate le informazioni. Se ad esempio a causa di condizioni atmosferiche avverse avete sbagliato un colpo, e sentite il pubblico o magari gli avversari dire che non ce la farete mai a recuperare, rimarrete così delusi e negativi da convincere voi stessi che sarà veramente così, smettendo di credere improvvisamente nelle vostre capacità di gioco, d'astuzia, e di recupero. Ora capite quanto sia potente lo strumento del linguaggio usato? Fatene buon uso!
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Abitudini e convinzioni da ristrutturare con la PNL. Proseguiamo con le tecniche di mental training utili alla ristrutturazione dei nostri pensieri per eseguire azioni vincenti
Abitudini e convinzioni da ristrutturare, abbiamo visto che è possibile farlo con le tecniche di PNL. Torniamo dunque all'utilizzo del linguaggio positivo. Perché è così importante? La ragione è molto semplice: il nostro cervello non ammette negazioni. Il cervello lavora per immagini, non per parole, quindi non è in grado di riprodurre la parola "non". Facciamo un esempio: "Non voglio avere paura". "Non voglio più fare brutta figura". Queste frasi esprimono in modo negativo ciò che si vuole ottenere. Ad esempio, pensiamo ad una persona che ha paura di parlare in pubblico (timore molto diffuso, fin dall'età scolare). Sicuramente, prima di iniziare il proprio discorso dirà a se stessa: "stavolta non mi devo bloccare, non mi devo agitare". Nella sua mente creerà l'immagine di se stesso nella situazione imbarazzante, agitandosi ulteriormente e chiamando a sé le sensazioni sgradevoli legate alla situazione. Questo perché il cervello si ciba di immagini e replica ciò che già conosce, e se continuiamo a nutrirlo con immagini ansiose, imparerà a replicare quelle. Ecco che, una comunicazione con noi stessi ricca di "problematiche", "carenze", "sacrifici", "ansie", non farà altro che creare situazioni di disagio, insicurezza e suggestioni negative e il risultato sarà mediocre, per non dire negativo. La visualizzazione e un linguaggio positivo sono gli strumenti fondamentali per raggiungere obiettivi di successo, siano essi legati al compimento di una sola azione o ad un obiettivo stratificato nel tempo. Nel golf i risultati si creano in questo modo e per mantenere la concentrazione è necessario utilizzare queste tecniche; solo così si raggiungeranno i risultati migliori! La tenacia nel perseguire l'obiettivo stratificato (ad esempio salire in classifica OWGR) ci aiuterà a mantenere il focus sullo stesso, per non perderci nello spostamento della corrente nella realizzazione di eventi che non possiamo controllare. Ecco perché è necessaria la consapevolezza; aguzzare i sensi e sapere cosa sta accadendo sono attenzioni necessarie a mantenere sotto controllo ogni situazione.
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Abitudini e convinzioni da ristrutturare con la PNL. Abitudini e convinzioni da ristrutturare. Come fare? La PNL ci indica alcune semplici regole da seguire
Abitudini e convinzioni da ristrutturare con la PNL. Abitudini e convinzioni da ristrutturare. Come fare? La PNL ci indica alcune semplici regole da seguire:
- La semplicità. Rendere tutto complicato attraverso ostacoli o barriere mentali non serve a niente, sono soltanto scuse. La semplicità implica pulizia e linearità nell'azione concreta, efficace e appagante, come potrebbe risultare un allenamento in campo pratica concentrato e ben riuscito.
- Vivere stati d'animo positivi, anche attraverso la VISUALIZZAZIONE.
Un metodo molto efficace per accrescere la fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità per raggiungere i nostri obiettivi è la visualizzazione, che abbiamo già avuto modo di conoscere. Visualizzare significa immaginare come sarebbe il nostro mondo dopo aver raggiunto l'obiettivo in cui vogliamo impegnare i nostri sforzi. Sarà produttivo riposare la mente, di tanto in tanto, mentre ci immaginiamo colmi di soddisfazione per aver raggiunto il nostro traguardo golfistico. Visualizzare non significa solamente vederci ricchi e felici dopo aver concretizzato la vittoria. È utile soprattutto per tenersi pronti e capire ad esempio quali azioni si dovranno compiere per arrivare all'obiettivo, ecco perché risulta particolarmente utile nei periodi in cui non ci sono tornei in corso. Si potranno stabilire delle opzioni e in seguito, visualizzare le azioni da compiere. Oppure, potremmo cercare i problemi o gli ostacoli che si possono incontrare. Perciò, visualizzare queste difficoltà e cercarne le soluzioni ci aiuterà ad essere più preparati, e soprattutto a sentirci soddisfatti per l'impegno necessario a superarle. Il momento più gratificante sarà immaginare di aver raggiunto l'obiettivo. Sarà un'immagine da tenere sempre presente, e quindi da visualizzare ponendo tutta l'enfasi possibile nel dare luminosità e grandezza all'immagine, mentre si sorride e si cammina a testa alta; anche se si tratta di un'immagine mentale, le emozioni saranno reali e si proveranno sulla pelle. Non si tratta semplicemente di sognare, è molto di più; le visualizzazioni aiutano moltissimo a non rinunciare in partenza al progetto a causa delle difficoltà che si potrebbero incontrare nel percorso. Nel prossimo articolo proseguiremo con altri consigli su come ristrutturare le abitudini e le convinzioni per migliorare il vostro gioco.
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Le convinzioni auto limitanti. A volte la mente ci barrica in situazioni che non permettono la crescita. Evitiamolo con queste tecniche
Le convinzioni auto limitanti sono quelle che ci "costringono" a rimanere dove siamo. Perché accade questo? Ciò che ci spinge a credere di non saper fare qualcosa o di non avere possibilità di raggiungere un obiettivo si radica nella mente attraverso le convinzioni auto limitanti, che ci portano ad attaccarci ancora di più a quelle che sono diventate, nel tempo, le nostre sicurezze dalle quali non vogliamo più separarci, impedendo così la crescita e l'evoluzione personale. Questa "zona di sicurezza" viene indicata come "comfort zone", la zona delle certezze, delle cose che ci circondano nel quotidiano, di ciò che conosciamo profondamente. La tendenza comune è quella di restare all'interno dell'area comfort, cioè di ciò che conosciamo, di cui abbiamo piena consapevolezza. Qual è il problema? Il problema consiste nel fatto che lo stimolo e il bisogno di cambiamento, di crescita, di miglioramento ci porta al di fuori dell'area, verso l'ignoto, o ciò che conosciamo meno, e questo genera paure e incertezze. Ma il miglioramento non è possibile se si rimane nel nucleo del conosciuto. Cambiare in meglio è frutto di scelte soggettive misurate dal desiderio di cambiamento e dall'impegno che comporta realizzarlo. Abbandonare una cattiva abitudine può non essere semplice, ed è necessario allenarsi; ma se c'è la volontà di farlo, ciò diventa possibile. Una cattiva abitudine potrebbe essere legata a un piacere, come ad esempio bere alcolici; la resistenza ad assumerne può comportare dolore, in quanto rinuncia. Ma il vantaggio sarà persistente nel tempo, in termini di salute e felicità; il dolore di oggi determina una sensazione di piacere molto più appagante e duratura nel tempo, ecco perché il cambiamento può essere auspicabile, in tanti casi. Alcune delle nostre abitudini, sia golfistiche che non, potrebbero non essere adeguate per la crescita come atleti; potrebbero riguardare la pratica, la tecnica, gli strumenti o alcune caratteristiche personali che frenano lo sviluppo dell'atleta. Uno screening personale sarà utile per comprendere cosa cambiare tra le nostre convinzioni auto limitanti e volgere allo sviluppo, sia personale che atletico, che determini il raggiungimento degli obiettivi.
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