PNL (programmazione neuro linguistica) e mental training

PNL (programmazione neuro linguistica) e mental training. Principi di PNL per capire la tecnica e per "programmare" la mente a compiere azioni di successo

PNL, programmazione neuro linguistica. Di cosa si tratta? Molto spesso capita di sentire la frase "è risaputo, tutti falliscono in quel tipo di impresa", oppure "in pochi ce la fanno e per poco tempo". Piuttosto, chiediamoci davvero: "ma proprio tutti falliscono in quel tipo di impresa?". "Però qualcuno ce l'ha fatta!". E quindi: "perché dovrei fallire anch'io?". Negli obiettivi golfistici dell'atleta, la frase "non ce la farò mai" non può essere contemplata! Ecco che le possibilità si riaprono, partendo da un semplice stimolo mentale e facendo una "revisione" del linguaggio, che troppo spesso ci porta a dialogare ponendoci restrizioni e limiti che si pongono come vere e proprie barriere nella nostra mente a fronte della realizzazione dei nostri obiettivi e quindi dei risultati golfistici. Questo è il principio della PNL, ovvero la programmazione neuro-linguistica, uno strumento fondamentale che ci permette di passare da un linguaggio (sia interiore che con l'esterno) de-potenziante a un linguaggio potenziante. La PNL può aiutare a utilizzare il potenziale nascosto, a creare una visuale più ampia e a stabilire obiettivi realistici, nonché a raggiungerli. La disciplina proviene dal congiungimento di due termini, neuro e linguistica. Ovviamente, neuro si riferisce al sistema nervoso. Le esperienze giungono al cervello passando attraverso il sistema nervoso e i sensi; la PNL si occupa del modo in cui elaboriamo tali esperienze e le trasformiamo in pensieri e sensazioni. Linguistica si riferisce al linguaggio, ovvero al modo in cui lo usiamo per dare significato all'esperienza, con noi stessi e con gli altri. Attraverso il modellamento di tale processo, si è in grado di comunicare sicurezza a se stessi e agli altri, raggiungendo gli obiettivi. Un esempio: "Vorrei fare, però..." diventa "Vorrei fare e lo farò". "Sono sicuro di questo, ma..." diventa "Sono sicuro di questo, e lo voglio!". Le frasi trasformate hanno anche un suono migliore. È senza dubbio questione di abitudine: se da sempre sentiamo parlare di una determinata impresa o azione come difficile, e di un obiettivo come arduo da raggiungere, ci convinciamo che sia realmente così. Queste convinzioni auto-limitanti hanno fatto sì che nel tempo credessimo veramente di non avere fantasia, creatività, o di non essere portati a sostenere determinate imprese. Ma è proprio così? Quante persone famose, sportivi, cantanti, artisti, autori di vario genere sono cresciuti con le stesse convinzioni. Per sradicarle serve allenamento ma soprattutto la volontà di eliminare dalla propria vita le convinzioni auto-limitanti, che tratteremo nel prossimo articolo.

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Febbraio 7, 2016 / Commenti disabilitati su PNL (programmazione neuro linguistica) e mental trainingby / Tag:, ,
Il self talk per migliorare il nostro golf

Il self talk per migliorare le nostre prestazioni golfistiche. Il dialogo interiore è fondamentale per raggiungere l'empowerment personale

Il self talk apre un argomento molto importante nel mental training in quanto l'empowerment personale si raggiunge attraverso il binomio inscindibile mente-tecnica e se la tecnica si perfeziona con la pratica, la mente si "programma" attraverso la PNL (programmazione neuro linguistica), metodo che approfondiremo a partire dal prossimo articolo. Il self talk è il dialogo interiore, che guida i pensieri all'ottenimento del miglior risultato nella prestazione sportiva. Esistono vari modi di utilizzo del self talk, ma un esempio interessante e facile da mettere in pratica consiste nella trasformazione dei pensieri da negativi in positivi, rendendovi consapevoli degli stessi. Per fissare tali pensieri potete usare un foglio di carta e scriverli, in modo da semplificarne la visualizzazione e la memorizzazione. Ad esempio, invece di pensare: "Gioco sempre male", è molto più utile dire: "Oggi giocherò in modo impeccabile". Su cosa basate il pensiero di giocare sempre male? Se allenate la vostra tecnica e mettete in pratica i consigli dell'allenatore, non avete motivo di pensare di avere un cattivo gioco. Forse sono proprio i vostri pensieri ad avere qualcosa che non funziona, no? Invece di convincere voi stessi che non ce la farete mai, ripetetevi o scrivete per visualizzare: "Sono capace e determinato, arriverò fino in fondo!". Le vostre frasi motivanti devono avere alcune caratteristiche: devono essere brevi per far breccia velocemente nella vostra mente, e soprattutto non devono contenere negazioni. L'avverbio "non" può ricondurre troppo facilmente a qualcosa di negativo, e c'è un motivo ancora più importante: la mente umana non è fatta per concepire nell'immediato il "non", perché lavora per immagini e non si può riprodurre una fotografia che contenga una negazione. Per farlo, la mente dovrebbe prima considerare ciò che NON è richiesto per poi elaborare il contrario, aumentando così le probabilità di fallire, in quanto il primo pensiero si fisserebbe su ciò che si dovrebbe evitare. Questa pratica è consigliata quotidianamente per almeno quattro settimane, in particolare nei momenti di maggiore necessità. Più si userà questa tecnica, più diventerà automatica e potente. Vedrete che risultati!

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Febbraio 6, 2016 / Commenti disabilitati su Il self talk per migliorare il nostro golfby / Tag:, ,
I pensieri e la loro sostanza nel mental training

I pensieri e la loro sostanza nel mental training. Le immagini mentali che condizionano nel modo migliore le azioni volte al successo

I pensieri condizionano il comportamento, dunque se questi sono positivi miglioreranno la prestazione sportiva; se sono in grado di rassicurarvi e darvi forza vi permetteranno di proseguire il gioco nonostante le difficoltà che vi si porranno di fronte. In caso contrario, se dovessero essere negativi, condizioneranno sfavorevolmente la prestazione, portandovi a risultati che non rispecchiano le vostre capacità. In cosa consistono i pensieri, e di cosa sono fatti? Perché hanno la capacità di influenzare così profondamente le azioni? Innanzitutto, è necessario prendere consapevolezza del nostro dialogo interiore. Spesso non si presta la massima attenzione a ciò che si dice o si pensa, nonostante ciò possa influenzare direttamente le sensazioni, le azioni e quindi le performance di gioco. Dunque, dovrete individuare il vostro specifico self-talk analizzando ciò che funziona e ciò che si dovrebbe modificare. A volte infatti, più o meno consapevolmente, si utilizza un dialogo interiore non funzionale ai fini di una buona prestazione, mentre alle volte il dialogo è adeguato e si deve solamente rinforzarlo per renderlo sistematico. In effetti, molto spesso dipende dall'umore del momento, dalle emozioni che si provano e che possono derivare anche da situazioni esterne al gioco; la gestione emozionale e il self-talk guidano i pensieri verso l'empowerment personale e aiutano a richiamare a sé con le tecniche di training (visualizzazione e ancoraggio) le sensazioni positive per massimizzare l'efficacia del gioco ed ottenere un risultato positivo. Bisognerà costruire un monologo interiore adeguato alle esigenze e alle circostanze che si vengono a creare durante la gara; in questo modo si potranno gestire nel migliore dei modi i fattori che distraggono dal gioco, l'atteggiamento negativo o pessimistico, la perdita momentanea di concentrazione e i momenti difficili della competizione. Nel prossimo articolo vedremo alcune tecniche e modalità di utilizzo del self-talk, affinché i pensieri siano volti al successo delle vostre azioni.

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Gennaio 31, 2016 / Commenti disabilitati su I pensieri e la loro sostanza nel mental trainingby / Tag:, ,
Il dialogo interiore nel mental training

Il dialogo interiore nel mental training. I pensieri condizionano il successo: volgiamoli dunque ad esso, in modo costruttivo!

Il dialogo interiore nel mental training. "La mia mente è la più grande arma che ho a disposizione" (Tiger Woods). Una citazione di un grande campione che di certo ha fatto del suo "dispositivo" mentale buon uso, nel suo gioco, utilizzando un dialogo interiore costante e ben costruito, volto al successo. Il dialogo interiore, il "self talk" adeguato, vi aiuterà ad ottenere in poco tempo una condizione mentale di fiducia e di carica agonistica tale da migliorare notevolmente i vostri risultati. Come? Parlate a voi stessi in modo fiducioso e positivo. Dice Tiger Woods: "La mia mente è la più grande arma che ho a disposizione. La psicologia è complicata ed è un insieme di forza d'animo, fiducia in se stessi, gestione delle emozioni, capacità di richiamare immediatamente i successi passati ed essere in grado di superare i momenti difficili. È un altro gioco all'interno del gioco stesso. Io ho sviluppato la forza della mia mente molto presto. Non troverò mai abbastanza parole per spiegare l'importanza che potrebbe avere per te fare altrettanto". Senza dubbio, il grande Tiger Woods sa perfettamente come fare, e i suoi risultati sono noti a tutti. Ma tutti possiamo apprendere ugualmente le stesse tecniche e migliorare il nostro gioco! Nel golf la fiducia che il giocatore pone nelle proprie capacità, insieme alla sensazione di essere in grado di affrontare le sfide, sono elementi fondamentali per ottenere elevate prestazioni di gioco. I golfisti di buon livello infatti mostrano sovente un'elevata fiducia in se stessi e nelle proprie abilità. I pensieri e i commenti che nascono spontaneamente e spesso inconsapevolmente durante il gioco, e il modo di parlare a se stessi, possono influenzare notevolmente e direttamente la prestazione golfistica. Ecco perché si deve sviluppare un adeguato dialogo interiore, per costruire e fortificare le basi per il futuro successo. I pensieri condizionano il comportamento: se questi sono positivi migliorano la prestazione e sono in grado di calmarvi, rassicurarvi e darvi forza, in caso contrario tendono a influenzare negativamente la prestazione e il suo esito finale.

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Gennaio 30, 2016 / Commenti disabilitati su Il dialogo interiore nel mental trainingby / Tag:,
I punti di forza e di debolezza nel mental training

I punti di forza e di debolezza nel mental training. Come trarre vantaggio dai punti di forza e trasformare i punti di debolezza in punti di forza, con il mental training

I punti di forza e di debolezza nel mental training. Quando si tratta di costruire maggiore fiducia nel proprio gioco e in voi stessi come golfisti, traete forza dai vostri punti di forza. Provate a fare un elenco di tutti i punti di forza che vi rendono sicuri, che vi distinguono e che migliorano il vostro gioco. I punti di forza possono riguardare diversi aspetti: possono essere fisici, atletici o caratteriali. Si può immaginare facilmente quali possano essere quelli fisici o atletici, mentre quelli caratteriali sono molto personali e dipendono dalla combinazione di caratteristiche che rende unico e speciale ogni essere umano. Il carattere del golfista in particolare, come "dovrebbe" essere? Anche qui, non esiste un "modello" da seguire. L'irascibilità ad esempio, potrebbe essere un problema in quanto si scontra con i modelli di etichetta da seguire, dunque va controllata anche se il gioco si fa "duro". La calma e la pazienza sono delle virtù e senz'ombra di dubbio rappresentano dei punti di forza per il giocatore che riuscirà così a gestire meglio i momenti difficili sul campo. I punti di forza dovranno diventare la guida, il punto di riferimento ogni volta in cui inizierete una partita, in particolare nei momenti più delicati del gioco. Cosa succederà secondo voi ad un giocatore troppo "focoso" mentre esegue un putt particolarmente impegnativo, se non riesce a rilassarsi e a tenere a bada il suo temperamento? Ecco perché si allena anche la mente! Dunque, il bad temper va tenuto a bada e va trasformato in punto di forza attraverso l'esercizio. Le tecniche di rilassamento, di ancoraggio e di visualizzazione sono l'ideale per trasformare i punti di debolezza del carattere in punti di forza. Mentre il fisico e le capacità atletiche si migliorano con l'allenamento pratico, il carattere e l'atteggiamento mentale si allenano con il mental training. Usare la voce interiore e la PNL (di cui parleremo) sono un buon sistema (oltre alle tecniche già menzionate) per richiamare a sé i punti di forza e trasformare i punti di debolezza a proprio vantaggio, non solo durante la pratica ma anche in competizione. Il risultato è garantito!

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Gennaio 24, 2016 / Commenti disabilitati su I punti di forza e di debolezza nel mental trainingby / Tag:, ,
Sviluppare fiducia nel gioco con il mental training

Sviluppare fiducia nel gioco con il mental training. Come utilizzare al meglio le proprie potenzialità

Sviluppare fiducia nel gioco con il mental training. Avere una buona percezione di se stessi in ambito sportivo come nella vita è fondamentale per sfruttare al meglio le potenzialità sportive e avere un buon gioco. L'utilizzo del dialogo interiore, del pensiero positivo e capire l'importanza di avere una corretta routine tecnico-mentale sono cose fondamentali per ottenere i risultati migliori, per acquisire sicurezza nel gioco e nei propri mezzi, e per focalizzarsi sulla prestazione da eseguire. Innanzitutto, si parte da un adeguato goal setting. Stabilire gli obiettivi, le strategie e i tempi per raggiungerli è il primo passo da compiere per sapere dove stiamo andando e cosa stiamo facendo. Stabilite una tabella di allenamento e mettetela in pratica, in modo da mettere a fuoco le vostre prestazioni e costruire la fiducia nel vostro gioco. L'allenamento è il momento di verifica; verranno messi a prova i vostri atteggiamenti, i colpi, eserciterete lo swing, il gioco corto, e verificherete che la vostra attrezzatura sia sia adeguata. Inoltre, collauderete i campi e ne testerete le difficoltà; conoscere le particolarità dei green o dei percorsi vi aiuterà a non averne il timore durante le competizioni. Non si può lasciare al caso nessuna di queste cose, altrimenti l'ansia e la tensione saranno inevitabili e avranno la meglio su di voi. La concentrazione sul gioco vi aiuterà ad essere più sicuri, l'allenamento aumenterà l'efficacia del vostro gioco; ci vuole sacrificio e impegno ma raggiungerete il vostro empowerment personale e mentale, con risultati davvero differenti! Certo, ci vuole anche relax e riposo tra un allenamento e l'altro; ricordate sempre la visualizzazione e la respirazione, (magari con l'ausilio della musica, come spiegato) che vi aiuteranno a distendere i nervi e a prepararvi meglio per la successiva sessione. Tutto ciò contribuirà ad accrescere la fiducia nel vostro gioco; pratica e mental training sono due aspetti fondamentali per conoscere le proprie potenzialità, farle crescere, combattere le paure e avere fiducia in voi stessi! Nel prossimo appuntamento vedremo come strutturare un feedback per migliorare le proprie prestazioni sportive.

Gennaio 17, 2016 / Commenti disabilitati su Sviluppare fiducia nel gioco con il mental trainingby / Tag:, ,
Mental training: allenarsi a golf con la musica

Mental training: allenarsi a golf con la musica. I benefici di un allenamento a golf con il supporto del giusto tipo di musica sono incredibili! Parola di mental trainer!

Mental training: allenarsi a golf con la musica. È risaputo ormai, la musica ha su di noi un grande effetto e ci trasferisce emozioni. Associamo a particolari canzoni dei ricordi, che puntualmente ci ritornano in mente ogni volta che le riascoltiamo, ci fanno provare nostalgia oppure gioia ed euforia. E allora, perché non sfruttare questo grande potenziale? Ci sono pezzi che trasmettono carica, energia, che aiutano la concentrazione, e a livello sportivo può considerarsi davvero utile. Emozioni e musica rappresentano un binomio fondamentale e di grande aiuto, in particolare nei momenti prima della competizione e durante gli allenamenti. Prima di tutto, si consiglia di costruire una compilation personale adatta allo scopo; ci saranno infatti pezzi che aiutano ad attivarsi, come pezzi che invece aiutano a rilassarsi, a calmarsi, dunque saranno melodie più tranquille e distensive. Le melodie di quest'ultimo tipo sono particolarmente indicate durante gli esercizi di rilassamento e di visualizzazione; sono conosciute come musiche riposanti o "disattivanti". L'ausilio della musica è una scelta molto personale in quanto molti sportivi preferiscono invece il silenzio assoluto durante l'esecuzione delle tecniche, mentre altri prediligono sottofondi riposanti come musiche new-age o classiche. La scelta dell'ausilio o meno sarà dunque strettamente personale. Da un punto di vista tecnico, per coadiuvare il rilassamento i brani più indicati sono quelli che non superano le 60 battute al minuto (bmp), quelle che più si avvicinano al battito cardiaco, mediamente 70 battiti al minuto. Ciò è dovuto alla respirazione e al fatto che tale abbinamento ne favorirebbe il ritmo regolare e tranquillizzante. Per lo stesso motivo, quando si necessita l'attivazione o "l'accensione" mentale, la musica più adatta ha un valore tra i 120 e i 130 bmp, fino ai 150. Più che il genere musicale dunque, è questa la scala di riferimento da usare per la scelta del brano da ascoltare per ottenere lo stimolo desiderato. Facciamo qualche esempio di brani adatti tra quelli motivanti e attivanti e quelli rilassanti e distensivi. Tra quelli attivanti troviamo: "Eye of the tiger" (Survivor); "The final countdown" (Europe); "I gotta feeling" (The black eyed peas). Tra quelli rilassanti, che hanno come caratteristica comune la totale o quasi assenza di percussioni, per prediligere gli archi, i fiati e il pianoforte, troviamo: Concerto n. 21 di Mozart, l'Andantino 432 Hz di Mozart, l'Adagio di Secret Garden e la musica new-age in generale. Scegliete quella che fa per voi e fate una prova, il risultato è garantito!

Gennaio 16, 2016 / Commenti disabilitati su Mental training: allenarsi a golf con la musicaby / Tag:, ,
Le emozioni da ancorare per migliorare la pratica golfistica

Le emozioni da ancorare per migliorare la pratica golfistica nel mental training. L'ancoraggio è una tecnica molto utile per migliorare le nostre prestazioni e fissare le emozioni positive, in modo da rievocarle ogni volta che serve. Le emozioni (contrariamente a ciò che si pensa) non sono semplicemente suddivisibili in positive e negative; nel mental training una suddivisione più utile è quella tra emozioni "facilitanti" e "non facilitanti". Come si può pensare, data questa premessa, non è detto che tra le emozioni di tipo facilitante non ci siano anche delle emozioni negative. Una emozione facilitante negativa ad esempio può riguardare la tensione provata durante una competizione; la tensione è un'emozione molto forte che può portare stress, ma a questo punto con le nostre tecniche di rilassamento trasformeremo lo stress in eu-stress, ovvero lo stress di tipo positivo, quello che ci porta alla concentrazione. Ecco perché le emozioni da ancorare per migliorare la pratica golfistica nel mental training vanno fissate e ricordate ogni volta che si renda necessario farlo, anche nei tempi morti. Questa trasformazione è possibile con le tecniche di ancoraggio e visualizzazione, con l'aiuto della respirazione e del rilassamento. La tensione è uno stato emotivo molto utile in realtà, proprio perché ci richiede di stare "in allerta", e quindi di essere concentrati. Sarà possibile godere di questo momento di altissima concentrazione, e quindi di ottenere ottime prestazioni, attraverso un allenamento di mental training di creazione di immagini mentali e di ancoraggio. Mettetevi comodi e respirate profondamente, tenendo gli occhi chiusi. Rilassatevi e concentratevi sulle vostre personali emozioni facilitanti, poi associate delle immagini a tali emozioni. Non necessariamente devono essere delle immagini golfistiche, possono riguardare anche paesaggi, persone, animali, colori, suoni, qualunque cosa vi aiuti a provare un'intensa sensazione di benessere. Una volta memorizzata l'immagine ancoratela a quelle emozioni per rievocarla ogni volta che ne sentirete il bisogno, ad esempio in gara o durante un allenamento, per ricreare lo stato d'animo associato. I benefici saranno immediati!

Gennaio 10, 2016 / Commenti disabilitati su Le emozioni da ancorare per migliorare la pratica golfisticaby / Tag:, ,
L’importanza del focus nel mental training

L'importanza del focus nel mental training. La motivazione che ci porta ad eseguire le azioni utili a raggiungere l'obiettivo è alimentata principalmente dal nostro "fuoco interiore"; si tratta infatti della motivazione intrinseca, quella principale, a spingerci continuamente verso mete sempre più alte e più importanti. Non per niente, la motivazione estrinseca può esaurirsi una volta raggiunto (o non raggiunto) l'obiettivo, ma se sussiste quella intrinseca siamo destinati a crescere sempre di più verso traguardi più ambiti e successi più importanti. Nello spingerci verso più alte mete c'è però un pericolo in cui si può cadere, ed è necessario fare molta attenzione per evitarlo. Si può infatti sperimentare un momento di mancanza di motivazione, che non deriva dal vostro fuoco interiore, ma dalla vostra mente, che potrebbe essere troppo concentrata sul risultato. Focalizzarsi in maniera eccessiva sul risultato infatti può sviluppare moltissimo stress, accompagnato naturalmente da una serie di emozioni negative che a lungo andare potrebbero seriamente compromettere la qualità della vostra motivazione, oltre che delle vostre prestazioni sportive. Se però il fuoco interiore verso lo sport è forte, non vi sarà difficile incanalare le emozioni nella giusta direzione e tornare così a godere della pratica del golf in modo pieno e più che soddisfacente. Il dialogo interiore è uno strumento fondamentale del mental training (PNL) e come vedremo nei prossimi appuntamenti, attraverso l'utilizzo di queste tecniche, sarà possibile gestire e influenzare la fiducia in se stessi e il vissuto emotivo derivato dalla pratica golfistica, il tutto in modo funzionale e volto al raggiungimento degli obiettivi. Questo è possibile in quanto siamo dotati di intelligenza emotiva, ovvero la capacità di riconoscere e comunicare le emozioni, e attraverso il mental training è possibile imparare a gestirle per non esserne sopraffatti nei momenti meno indicati, come ad esempio durante le competizioni. Inoltre, la qualità della gestione emotiva influisce notevolmente a migliorare lo stato di benessere interiore e la qualità della vita, oltre all'approccio sportivo.

Gennaio 9, 2016 / Commenti disabilitati su L’importanza del focus nel mental trainingby / Tag:, ,
Lo stimolo emotivo nel Mental training

Lo stimolo emotivo nel Mental training. Abbiamo già spiegato la necessità di una certa "dose" motivazionale, in quanto rappresenta la base, il fondamento del futuro successo golfistico. Gli obiettivi devono essere sempre chiari, stimolanti, espressi in lassi di tempo, e raggiungibili (anche se con difficoltà, ma non impossibili). Chiaramente la motivazione è strettamente collegata alle emozioni; comprenderne il meccanismo è fondamentale nel mental training. Non per niente, un'attività che ci porta emozioni positive viene ripetuta ogni volta che ci si presenta l'occasione, mentre un'attività sgradevole (per quanto magari necessaria) si evita, quando possibile. Le emozioni sono il colore della vita, e ci spingono nel portare avanti i nostri progetti, e a realizzare i nostri obiettivi. Le emozioni sono reazioni psicofisiche di forte intensità e di breve durata. Lo stimolo che porta allo sviluppo di quella che si chiama esperienza emotiva viene detto "stimolo emotivo". Può essere identificato come un evento (o un oggetto) reale ed esterno come un avvenimento, una situazione o un elemento, oppure un pensiero, e quindi uno stimolo interno. Le reazioni si definiscono psicofisiche in quanto producono una risposta anche di tipo fisiologico, come il tremore, la sudorazione, la dilatazione delle pupille, l'accelerazione del battito cardiaco, e insieme ad esse si prova la percezione di quanto sta accadendo; a seguito, avverrà l'elaborazione cognitiva e mentale dell'esperienza emotiva vissuta. Questa potrà variare anche secondo le caratteristiche del soggetto, alla sua sensibilità, quindi si tratta di una valutazione molto soggettiva. Le emozioni primarie quali paura, gioia o rabbia sono istantanee e si esauriscono in breve tempo. I sentimenti invece si sviluppano e diventano abbastanza stabili e coerenti nel tempo. Questo avviene anche per lo sport. Ci si approccia, si provano delle emozioni di gratificazione, ci si accultura in materia, si pratica in modo sempre più assiduo e quindi queste emozioni si radicano, diventano intrinseche, e diventeranno il vostro fuoco interiore, quelle che vi condurranno al successo. I momenti di crisi non vi distrarranno dai vostri obiettivi, in quanto siete animati dalla vostra passione radicata che vi porterà a superarli, perché siete proiettati nel futuro, verso le vostre mete.

Gennaio 3, 2016 / Commenti disabilitati su Lo stimolo emotivo nel Mental trainingby / Tag:,
Motivazione intrinseca ed estrinseca

Motivazione intrinseca ed estrinseca. Il motore che ci spinge ad eseguire determinate azioni, volte a raggiungere i nostri obiettivi, è la motivazione (motivo e azione, due cose complementari e legate che determinano la motivazione, come già spiegato). La motivazione in psicologia, in particolare quella sportiva, si può suddividere tra motivazione intrinseca (o interna) e motivazione estrinseca (o esterna). La motivazione estrinseca trae la sua forza e determinazione da fattori esterni: possono essere il denaro, il successo, la posizione sociale, il riconoscimento e tanti altri vantaggi che possono derivare dal raggiungimento dell'obiettivo. In base alla motivazione estrinseca il giocatore trova il carburante per il suo motore da fattori che non provengono dal suo animo, dal suo cuore, bensì da incentivi esterni provenienti dall'ambiente circostante. La motivazione intrinseca invece proviene dal nostro mondo interiore: è la passione, l'amore per ciò che facciamo, il piacere che ne ricaviamo, il senso di gratificazione che è assolutamente impagabile, non può avere un prezzo. Spesso le due tipologie di motivazione convivono, esistono entrambe perché terminata la competizione il premio c'è sempre, ma non c'è dubbio che sia la motivazione di tipo intrinseco la più importante, quella indispensabile, senza la quale tutto il resto rappresenta solamente una facciata destinata a crollare al primo colpo di vento. Senza la passione per ciò che si fa non si raggiungerà mai il successo, perché un successo non può essere considerato tale se non ci rende veramente felici. È sufficiente pensare a quei campioni che economicamente possono sentirsi più che appagati, ma che proseguono con ottimi risultati la loro attività e continuano a gareggiare. Questo perché molto probabilmente sono animati da obiettivi sempre più ambiziosi che derivano dal loro "fuoco interiore", l'amore per lo sport. Concedetevi qualche minuto, e pensate al vostro motore interiore, e soprattutto se vi diverte o meno praticare lo sport, o se potete cambiare qualcosa per incrementare la vostra motivazione o il piacere di giocare. Alimentate costantemente il vostro fuoco e vedrete che risultati!

Gennaio 2, 2016 / Commenti disabilitati su Motivazione intrinseca ed estrinsecaby / Tag:, ,
La motivazione

La motivazione. "Programmare un'azione comporta costi e rischi, ma di gran lunga inferiori rispetto quelli di una rassicurante inazione". (J.F. Kennedy) Perché il professionista di coaching si chiama anche motivatore? Da dove deriva questo termine, e da cosa è nata questa nuova figura, oltre che l'esigenza del suo intervento? Il termine "motivatore" deriva dalla parola motivazione, ovvero la congiunzione di due termini: motivo e azione. Quindi agire per un motivo, spinti cioè da una necessità. E quindi, motivazione; una riflessione che richiede due caratteristiche strettamente correlate tra di loro. Non c'è spinta ad agire se non sussiste un motivo per farlo. Perciò, la motivazione richiede l'esistenza di entrambe le caratteristiche. L'utilità del training mentale nello sport, dunque, deriva dalla necessità di questa spinta al raggiungimento del risultato, partendo dal motivo, e proseguendo con l'azione. L'empowerment personale dello sportivo è possibile proprio attraverso l'allenamento del fisico e della mente, accrescendo le capacità tecniche e gestendo il proprio pensiero nel modo opportuno verso l'obiettivo desiderato. La motivazione non è altro che il nostro motore interiore, ciò che ci spinge a compiere determinate azioni. Si può anche trasporre nel quotidiano, in quanto ci guida in ogni cosa che facciamo; non per niente il training vale per lo sportivo quanto per qualunque persona senta la necessità di ritrovare il proprio focus, o necessiti di capire come raggiungere i propri obiettivi senza disperdere le energie, vagando qua e là senza meta, rinunciando al primo tentativo fallito. Alla motivazione va associata una strategia e una metodologia di qualità, ed è per questo che lo sportivo, accanto all'allenamento fisico, intraprende anche un allenamento mentale. Qui le spinte motivazionali già presenti nello sportivo vengono allenate, rendendo l'atleta consapevole delle stesse, potenziando le motivazioni intrinseche. La motivazione intrinseca proviene dal nostro mondo interiore, ovvero la passione, l'amore per ciò che facciamo e il piacere che ricaviamo nel farlo. Nel prossimo appuntamento distingueremo la motivazione intrinseca da quella intrinseca.

Dicembre 27, 2015 / Commenti disabilitati su La motivazioneby / Tag:, ,
L’ancoraggio delle emozioni

L'ancoraggio delle emozioni. Un punto fondamentale per la rappresentazione di uno schema funzionale al raggiungimento degli obiettivi è la gestione emozionale, di cui abbiamo già parlato in quanto si tratta di uno dei primi punti fondamentali del mental training. Si può cambiare il proprio stato emotivo modificando l'oggetto dei vostri pensieri. Bisogna trasformare le immagini interne costruite, per cambiare la fisiologia e il comportamento; è infatti il comportamento a modificare i risultati che si possono ottenere. Una delle tecniche più efficaci si chiama ancoraggio. Come dice il nome, si tratta di ancorare le sensazioni emotive ad un punto del corpo a vostra scelta, e di richiamare in seguito queste sensazioni facendo pressione sul punto scelto. Ad esempio: pensando alla situazione spiacevole che crea disagio, toccate un punto del corpo a vostra scelta. Fissatelo per alcuni secondi. Poi ricordate un episodio che vi ha lasciato un ricordo piacevole, che vi ha fatto sentire apprezzati, amati o orgogliosi di voi stessi; ancoratelo ad un altro punto del corpo. Se premete entrambe le parti scelte contemporaneamente, noterete che la sensazione spiacevole sarà svanita, assorbita dal ricordo positivo e gratificante. L'ancoraggio vi permette di richiamare alla mente una sensazione di benessere attraverso la semplice pressione di un punto del corpo a vostra scelta. Per cambiare lo stato emotivo è importante anche modificare la postura del corpo. Sarà un collegamento automatico, tanto da ottenere la fisiologia appropriata allo stato mentale che volete sperimentare. Non potete sentirvi euforici se avete il corpo ripiegato in una posizione triste e depressa. Come non potete essere tristi se saltellate qua e là con le braccia aperte e la schiena dritta. Al contrario, proverete felicità ed euforia. Allo stesso modo, valutare una situazione sarà possibile dallo stato associato o dissociato che vi procura l'esperienza. Sarà associato se si viene completamente assorbiti dall'esperienza, tanto da non accorgersi del tempo che trascorre. Trovarsi in tale stato vi permette di provare emozioni e stati d'animo come fossero sulla vostra pelle. Uno stato dissociato invece comporta di pensare all'evento ma non di comportarvi come se lo steste vivendo. Sarà un comportamento distaccato, e non vi permetterà di farne vostre le emozioni. Non è un male, talvolta, trovarsi in uno stato distaccato, soprattutto se durante una competizione doveste trovarvi a risolvere il problema causato da un colpo finito male. A volte è necessario rimanere esterni e lucidi alle situazioni, per comportarsi in modo oggettivo e consapevole delle proprie capacità, anche se toccano in modo diretto. Queste strutture di riferimento servono per valutare le situazioni e "catalogarle", in modo da tenere l'atteggiamento più consono e produttivo in ogni contesto. Fatene buon uso sul campo!

Dicembre 26, 2015 / Commenti disabilitati su L’ancoraggio delle emozioniby / Tag:, ,
La tecnica di visualizzazione

La tecnica di visualizzazione. Le strategie di mental training insegnano al giocatore a padroneggiare le proprie risorse mentali ed emotive per avvantaggiarsi nella tecnica di gioco, oltre che nella vita. Il risultato dell'applicazione di tali tecniche saranno delle prestazioni sempre in linea con le proprie capacità e abilità. Non si mette in dubbio la capacità tecnica del giocatore, ma si tratta di migliorare la sua capacità di concentrazione e di estraniarsi dal mondo esterno per trovarsi nel qui e ora, dove sono richieste tutte le sue energie per dare il massimo, cosa che richiede un buon allenamento di mental training. Per fare questo, è necessario saper gestire le proprie emozioni, allontanando i pensieri negativi e le preoccupazioni derivanti sia dall'esterno che dal gioco stesso. Una delle tecniche più utilizzate per aiutare la concentrazione sulla gara e sull'obiettivo è la tecnica di visualizzazione. Spesso risulta utile anche durante i tempi morti, tra una competizione e l'altra, in quanto utilizzandola la mente sarà sempre allenata come il corpo e sarà come se il giocatore non avesse mai smesso di competere. La visualizzazione consiste nella creazione di alcune immagini mentali al servizio del gioco e del giocatore. Ad esempio, il giocatore potrà immaginare se stesso mentre solleva il trofeo dopo aver vinto la competizione, oppure potrà creare un film di se stesso mentre esegue in modo impeccabile un tiro particolarmente difficile, usufruendo in questo modo delle sensazioni create dalla riuscita del tiro per trasporle poi nella realtà, quando si troverà a doverlo mettere in pratica. Creare delle immagini vincenti di se stessi contribuisce a migliorare la propria autostima e non solo: il giocatore, concentrandosi su queste immagini, accompagnando il suo pensiero con la respirazione e uno stato di rilassamento totale, sarà in grado di provare veramente le emozioni positive ispirate da quelle immagini, potendo in questo modo "ancorarle". Parleremo della tecnica dell'ancoraggio nel prossimo appuntamento.

Dicembre 20, 2015 / Commenti disabilitati su La tecnica di visualizzazioneby / Tag:, , ,
L’ansia da prestazione sportiva

L'ansia da prestazione sportiva. Il timore di perdere la gara, di non riuscire a dare il meglio di sé, di bloccarsi di fronte alle situazioni difficili, è più che diffuso e spesso fa più danni di quelle che potrebbero essere delle vere e proprie lacune nella tecnica. Anche gli atleti più preparati, dotati sia fisicamente che tecnicamente, hanno spesso questi timori. L'ansia da prestazione annebbia letteralmente la mente e distoglie dalla necessaria concentrazione. In questa confusione, il giocatore perde il pieno controllo dei suoi pensieri, che diventano ambigui e negativi, e fatica a controllare il corpo: gambe e braccia cominciano a tremare, perdono fermezza e il risultato non potrà che essere al di sotto delle reali possibilità dell'atleta. Anche se può sembrare un controsenso, non è rara anche la preoccupazione opposta, ovvero la paura di vincere. Qui, l'atleta a un passo della meta compie un gesto auto-sabotatore e sbaglia di proposito. Tale timore è motivato dal fatto che passare di livello, doversi confrontare con atleti più preparati crea un punto di ansia tale da mettere in atto questi comportamenti per evitarlo. La situazione in cui ci si trova (questo accade nel golf come nella vita) per quanto possa essere limitata o non completamente appagante è conosciuta, dunque è confortevole. Si chiama zona comfort e può essere visualizzata come un cerchio che ci racchiude assieme alle situazioni che viviamo nel quotidiano. Ma per crescere bisogna uscire da questa zona, e quindi sarà necessario affrontare le nuove situazioni anche se ci mettono paura. Il training serve proprio a questo: l'atleta è in pieno possesso delle sue capacità, le conosce e le padroneggia; il risultato non potrà che essere in linea con esse. Per aiutarci, esistono le tecniche di visualizzazione, molto utili anche nei tempi morti in cui gli atleti non sono impegnati nelle gare. Conosceremo tale tecnica nel prossimo appuntamento.

Dicembre 19, 2015 / Commenti disabilitati su L’ansia da prestazione sportivaby / Tag:, ,
Obiettivi e goal setting nel mental training

Obiettivi e goal setting nel mental training. L'approccio psicologico al golf richiede prima di tutto di sviluppare un programma adeguato di goal setting. Abbiamo già parlato delle scadenze, che si possono riassumere così: gli obiettivi a breve termine hanno come lasso di tempo un mese, quelli a medio termine sei mesi circa, quelli a lungo termine un anno, e quindi la stagione golfistica intera. Di seguito si stabilisce, in base all'arco temporale di cui abbiamo parlato, l'obiettivo da raggiungere per ogni step e per ciascun obiettivo la strategia da seguire per risultare vincenti. Un piccolo trucco che funziona, infondendo la giusta motivazione, è quello di ricordare un obiettivo raggiunto di recente che susciti fiducia nello stabilire tutte le vostre mete, anche quelle più ambiziose. Lo scopo è quello di caricarvi di entusiasmo per i traguardi successivi, che saranno sempre più importanti. Ricordate sempre che gli obiettivi a breve termine rappresentano la base, le fondamenta su cui costruite la realizzazione degli altri più in là nel tempo. Questo non significa caricarli di maggiori responsabilità, bensì richiedono tutta la vostra attenzione e concentrazione (anche perché quelli più a lungo termine, essendo più lontani, non sempre sono ugualmente stimolanti proprio per la distanza nel tempo) in quanto raggiungerli vi stimolerà sempre di più verso le mete più importanti. Quindi, la definizione del goal setting richiede il lasso di tempo (scadenza), la definizione del target, che a sua volta deve essere chiaro e facilmente identificabile, misurabile (per il feedback) e naturalmente concreto (no alle illusioni), quindi difficile ma non impossibile. Dunque, cosa aspettate? Mettete nero su bianco i vostri progetti, è il momento di farlo! Un suggerimento: controllate settimanalmente i vostri progressi, sarà più facile correggere gli errori e migliorarsi, e quindi anche raggiungere i vostri traguardi!

Dicembre 12, 2015 / Commenti disabilitati su Obiettivi e goal setting nel mental trainingby / Tag:, ,
Il mental training nel risultato negativo

Il mental training nel risultato negativo. Per gestire il risultato negativo, la prima cosa da fare è definire quello positivo: sembra un controsenso, ma chiedersi per prima cosa quale sia il nostro obiettivo e dare una definizione di successo è il primo passo per calibrare e valutare il mancato raggiungimento del target. Per gestire il risultato negativo, il mental training richiede di uscire dalla zona comfort, ovvero quel limite conosciuto della nostra vita, del nostro livello sportivo, al di là del quale le sfide sono diverse e quindi mettono paura. Non si può crescere rimanendo nel proprio ambito e rifiutando tutto ciò che c'è di nuovo intorno a noi! Avremo molte occasioni di tornare su questo concetto, perché è fondamentale nel mental training sportivo come nella vita. Un'altra cosa importantissima è l'umiltà, o la ricerca del rispetto, non della popolarità. Il timore del giudizio fa emergere l'insicurezza, ma se ci mostriamo per ciò che siamo, senza maschere e con il desiderio continuo di migliorare e di imparare dai nostri errori, oltre che dagli altri, il successo è a portata di mano. Molti sportivi (come nella vita) aspettano ad agire, fino al momento in cui "le condizioni siano perfette". Questo non avverrà mai, ci sarà sempre qualcosa che disturba. Dunque, il momento perfetto per agire, se si presenta l'occasione, è quando questa si trova a portata di mano. Non è utile usare modelli preconfezionati di "perfezione", aspettando l'approvazione di qualcuno. Agire nel migliore dei modi e con la giusta preparazione è sempre una propria responsabilità, e così rimane. Nel mental training, cercare scuse per rimanere nella zona comfort è auto-limitante; per raggiungere l'obiettivo bisogna fluire come l'acqua, adattarsi ai cambiamenti e alle nuove condizioni perché nulla è statico e tutto si muove. Bisogna cambiare la propria "cornice" e visualizzare il nuovo scenario in base a ciò che si vuole realizzare, e ai propri obiettivi. Avremo modo di rivedere questi concetti, in quanto alla base del training dello sportivo.

Dicembre 6, 2015 / Commenti disabilitati su Il mental training nel risultato negativoby / Tag:, , ,
Il fallimento e la sua gestione emotiva

Il fallimento e la sua gestione emotiva. Fallimento, che brutta parola. Intanto, il fallimento è solo un termine per indicare un risultato negativo. Chi tenta non fallisce mai, ottiene solo un brutto risultato. Fallisce solo chi non intraprende nemmeno l'impresa! Quindi, detto questo, cosa fare in caso di risultato negativo? Intanto, dobbiamo considerare il feedback dell'impresa per capire dove abbiamo sbagliato e quali azioni correttive apportare per migliorare le nostre prestazioni e trasformare il risultato negativo in positivo, nella successiva sessione. Il "positive thinking" in questo caso diventa indispensabile. Sono consapevole del fatto che ormai tutti ne parlino e che sembri una moda, ma non è così; da sempre il pensiero positivo è riconosciuto come attitudine indispensabile in psicologia. Questo concetto nella gestione emotiva diventa di applicazione necessaria in quanto oltre a migliorare la vita, migliora di netto le prestazioni nello sport, realizzando un empowerment globale del giocatore sia come individuo che come sportivo. Nel mental training, avviene quindi un "cambio di prospettiva"; questo significa che con tale approccio sarà possibile potenziare le risorse e i punti di forza dell'atleta, e soprattutto trasformare i punti di debolezza attraverso l'allenamento, annullandoli, fino a farli diventare punti di forza. Qui il dialogo interiore e quindi la programmazione neuro linguistica (PNL) diventano indispensabili. Grazie al mutato atteggiamento nei confronti del gioco, al cambiamento degli stati emotivi associati, si annullano i blocchi creati dai risultati negativi e dalla precedente visione limitante della realtà, creandone una completamente nuova e rinnovata dove gli errori vengono considerati soltanto delle occasioni per migliorare, per imparare, ottenendo dei vantaggi incredibili a livello pratico.

Novembre 29, 2015 / Commenti disabilitati su Il fallimento e la sua gestione emotivaby / Tag:, , ,