Le donne nella storia del golf.Lo sviluppo del golf femminile nella storia è stato senz'altro minore rispetto tanti altri sport, per motivi soprattutto storico-culturali. Infatti, è sufficiente pensare al fatto che nell'Ottocento i club erano ostili all'ingresso delle donne, e anche oggi alcuni di essi sono ancora riservati ai soli uomini. Sul finire del secolo, soltanto il Royal North Devon Golf Club accettò le donne con pari diritti rispetto ai soci uomini. Esistevano sicuramente delle competizioni femminili, ma nelle altre gare le donne potevano partecipare solo come marcatrici. A St. Andrews ad esempio potevano usare solo il putting green e non erano ammesse al percorso degli uomini, cosa che fu concessa soltanto nel 2004 ai British Open, dopo oltre un secolo. Le battaglie femminili hanno influito a balzi, nella storia. Nel 1893 le donne poterono finalmente giocare il loro primo campionato, anche se i circoli femminili nel Regno Unito erano già 128. Negli USA invece il contributo fondamentale fu dato nel 1904 da Genevieve Hecker, prima campionessa dilettante, con il manuale Golf for women. Oggi, pensando alla svedese Annika Sorenstam o a Michelle Wie, possiamo finalmente dire che il golf è diventato perfettamente unisex, in quanto figurano nelle sfide dimostrative contro i colleghi uomini. E questo anche per quanto riguarda i guadagni, visto che sono diverse le atlete che non hanno nulla da invidiare ai colleghi uomini. Anche nel golf italiano il settore si può considerare ricostruito completamente. Un tempo era modesto, ora nel nostro team spiccano delle giovani protagoniste nei circuiti professionistici internazionali, tra cui quello americano, con atlete come Sophie Sandolo, Silvia Cavallari e Giulia Sergas.
Foto di ILGA-Italian Ladies Golf Association.