La prima giornata dello US Open non ha sorriso ai golfisti italiani. Matteo Manassero ed Edoardo Molinari chiudono 62esimi, Francesco addirittura 84esimo. Ha invece potuto gioire il giovane nordirlandese Rory McIlroy che ha chiuso il primo giro in testa con 65 colpi, ben tre di vantaggio sul sudafricano Charl Schwartzel, vincitore del Masters e sul coreano Y.E. Yang. Il secondo major della stagione, che si gioca al Congressional Country Club di Bethesda, nel Maryland, sembra ricalcare l'andamento del Masters di Augusta con il 22enne di Holywod grande protagonista della prima giornata così come successe ad Augusta dove Rory è stato ad un passo dall'impresa e dalla conquista della famosa giacca verde salvo crollare nelle ultime buche in un dramma sportivo dal quale ora sembra essere uscito. A quattro colpi dal leader, Scott Hend, Ryan Palmer, lo spagnolo Sergio Garcia, il coreano Kyung-tae Kim, il sudafricano Louis Oosthuizen e il brasiliano Alexandre Rocha. E’ stata una giornata difficile per il trio azzurro, con Edoaro Molinari e Matteo Manassero 62esimi con 74 e con Francesco Molinari 84esimo con 75. Gli italiani hanno giocato insieme, così come gli spagnoli che però hanno tratto miglior profitto: infatti, oltre a Garcia, è in alta classifica anche Alvaro Quiros, decimo con 70 insieme ad altri undici concorrenti tra i quali il nordirlandese Graeme McDowell, campione uscente, il sorprendente inglese Robert Rock, vincitore del BMW Italian Open presented by CartaSi, e il redivivo svedese Henrik Stenson. Tra gli altri bigs, su un campo in cui solo 21 giocatori hanno concluso sotto par, hanno avuto un buon riscontro forse solamente l’argentino Angel Cabrera e l’irlandese Padraig Harrington, che hanno navigato al 22esimo posto nel 72 del par, mentre alcuni dovranno faticare per emergere e per qualcuno il verdetto è probabilmente già arrivato. I sudafricani Retief Goosen ed Ernie Els e l’inglese Paul Casey hanno chiuso in 73 colpi (45esimi), mentre Phil Mickelson, Jim Furyk, l’inglese Luke Donald, numero uno mondiale, il tedesco Martin Kaymer, numero tre, l’australiano Adam Scott sono alla pari con Edoardo Molinari e Manassero. Invece Jim Furyk e l’inglese Lee Westwood, numero due del world ranking, affiancano Francesco Molinari. Rischiano il taglio l’iberico Miguel Angel Jimenez e il colombiano Camilo Villegas, 127esimi con 77. McIlroy ha fatto percorso netto, con sei birdie: “E’ stato un bel giro - ha detto- e non ho praticamente sbagliato nulla, a parte l’aver mancato il green alla buca 14. Ho giocato in tranquillità, senza stress. Ottimi i colpi con il driver, altrettanto devo dire di quelli con i ferri e ho imbucato i putt necessari: la miglior combinazione possibile. Il campo è onesto e ti offre comunque occasione di segnare birdie”.
Francesco Molinari, Edoardo Molinari e Matteo Manassero saranno al via dell’US Open, il secondo major stagionale in programma dal 16 al 19 giugno al Congressional Country Club di Bethesda nel Maryland. Per una voluta stranezza organizzativa i tre azzurri giocheranno insieme nei primi due giri, una novità che riguarderà anche gli spagnoli Miguel Angel Jimenez, Sergio Garcia e Alvaro Quiros e i primi tre del world ranking, nell’ordine gli inglesi Luke Donald e Lee Westwood e il tedesco Martin Kaymer.
“E’ un modo creativo - ha commentato Francesco Molinari - per rendere più intriganti le partenze. Quando l’ho saputo mi è venuto da ridere. Comunque è un criterio adottato anche per altri. Per noi sarà molto divertente e scherzeremo in campo. Tra l’altro quasi sempre facciamo i giri di prova insieme nei vari tornei”. Ha detto Manassero: “E’ un po’ strano e sulle prime neanche ci avevo creduto. Per noi sarà una sorta di prova campo e aiuterà a sciogliere la tensione”. Nel primo giro i tre italiani partiranno alle ore 13,35 (ora locale) dal tee della buca uno.
I tre italiani hanno le carte in regola per poter dire la loro in un contesto in cui non vi sono dei favoriti assoluti, come accadeva quando Tiger Woods era al top. L’ex numero uno mondiale, questa volta, non sarà la via avendo dovuto rinunciare con largo anticipo per il noto l’infortunio. In un primo momento aveva pensato di poter essere presente, ma successivamente è stato sconsigliato dai medici per non aggravare le condizioni della gamba.
La lista dei possibili vincitori è molto ampia e comprende parecchi outsiders, poiché tra i giocatori più noti nessuno è al massimo della condizione. Forse sono un passo più avanti Luke Donald e Lee Westwood, ma le difficoltà del Congressional CC e le tensioni di un major potrebbero poi avere un peso determinante nelle loro prestazioni. Non convince Phil Mickelson e allora in casa statunitense si pensa a possibili exploit di gente come Hunter Mahan, Bubba Watson, Dustin Johnson o Nick Watney, capaci di approfittare di un calo di tensione dei bigs, e magari si spera anche in un acuto di Rickie Fowler, sebbene non sembri ancora pronto per un major. Dopo il Masters si sono visti poco il sudafricano Charl Schwartzel, vincitore ad Augusta, e il nordirlandese Rory McIlroy, che nell’occasione fu sfortunato protagonista, i quali potrebbero ritrovare le motivazioni giuste per scrivere qualcosa di importante, mentre il campione uscente Graeme McDowell, dopo la splendida annata 2010, è ancora alle prese con la discontinuità di rendimento che gli ha procurato in qualche circostanza crolli clamorosi. Altri possibili protagonisti potrebbero essere l’iberico Alvaro Quiros, il colombiano Camilo Villegas, apparso in ripresa la scorsa settimana nel FedEx St. Jude (terzo), e l’australiano Adam Scott, uno specialista dall’andatura a corrente alternata. Poco probabile che possano emergere l’irlandese Padraig Harrington, l’argentino Angel Cabrera e Stewart Cink, che viaggeranno insieme nelle prime 36 buche.
Saranno al via venti vincitori di major e diciassette vincitori stagionali nell’US PGA Tour. I giocatori internazionali, su 153 partenti, saranno 73 provenienti da 22 diverse nazioni. Il più giovane in gara sarà il dilettante californiano Beau Hossler, classe 1995.
Il Congressional CC ospita per la quarta volte l’US Open, dopo le edizioni del 1964, del 1997 e del 2001. E’ stato disegnato nel 1924 dall’architetto Devereut Emmet e rivisitato nel 1989 da Rees Jones. E’ un par 71 lungo 7.574 yards. Secondo le previsioni di Graeme McDowell nessun concorrente terminerà la gara sotto par. Il montepremi è di 7.500.000 dollari dei quali 1.350.000 saranno appannaggio del vincitore.
David Mathis, 27enne di Winston Salem nel North Carolina con due titoli nel Nationwide Tour, è il leader a sorpresa con 65 colpi, cinque sotto par, del FedEx St. Jude Classic, che si sta disputando al TPC di Southwind a Memphis nel Tennessee. Mathis precede John Merrick, Kris Blanks, Kevin Kisner, Colt Knost e lo svedese Robert Karlsson, secondi con 66, e Keegan Bradley e l’argentino Fabian Gomez, settimi con 67. Al nono posto con 68 il sudafricano Retief Goosen, al 20° con 69 l’inglese Lee Westwood, campione uscente, e il colombiano Camilo Villegas, al 33° con 70 l’irlandese Padraig Harrington, e solo al 149° con 78 lo spagnolo Sergio Garcia.
Keegan Bradley, in emozionante finale, si è imposto con 277 colpi (66 71 72 68), tre sotto par, nell’HP Byron Nelson Championship (US PGA Tour) svoltosi sul percorso TPC Four Seasons Resort Las Colinas (par 70), a Irving in Texas. Il 25enne di Woodstock, nel Vermont, al primo titolo nel circuito, ha superato con un par alla prima buca di playoff Ryan Palmer (277 – 65 67 73 72), 35enne texano con tre vittorie in carriera, che lo aveva raggiunto con un birdie sull’ultima buca. Sono rimasti fuori dallo spareggio per un colpo Joe Ogilvie e il giapponese Ryuji Imada e si è classificato quinto con 279 l’australiano Jason Day. Al sesto posto con 280 John Rollins e Matt Kuchar, al 20° con 283 lo spagnolo Sergio Garcia, secondo dopo tre giri e crollato con un 77, al 27° con 285 il fijano Vijay Singh.
Nell’HP Byron Nelson Championship, torneo valido per il PGA Tour che si sta giocando sul percorso del TPC Four Seasons Resort Las Colinas (par 70), a Irving in Texas, il 35enne texano Ryan Palmer (205 – 65 67 73) ha distanziato di un colpo lo spagnolo Sergio Garcia (206 – 66 66 74), con il quale divideva la leadership dopo due giri. Sono a ridosso l’indiano Arjun Atwal e il giapponese Ryuji Imada, terzi con 207, e Matt Kuchar, Gary Woodland e Joe Ogilvy, quinti con 208. E’ risalito di 23 posizioni il fijano Vijay Singh, 16° con 210, ma ha pochissime speranze di lottare per il successo. Il montepremi è di 6,5 milioni di dollari con prima moneta di 1.170.000 dollari.
Lo spagnolo Sergio Garcia è al terzo posto con 66 colpi, alla pari con altri otto concorrenti, nell’HP Byron Nelson Championship , torneo dell'US PGA Tour che si svolge al TPC Four Seasons Resort Las Colinas (par 70) di Irving in Texas. E’ al vertice con 64 colpi, sei sotto par, Jeff Overton, 28enne di Evansville nell’Indiana senza titoli in carriera, il quale precede Ryan Palmer (65). Garcia è affiancato da Jeff Quinney, Dustin Johnson, Scott Piercy, Will Strickler, Chris Riley, Josh Teater, Joe Ogilvy e Keagan Bradley. Buon giro del fijano Vijay Singh, 20° con 68. Il montepremi è di 6,5 milioni di dollari con prima moneta di 1.170.000 dollari.
Lo spagnolo Sergio Garcia e il fijano Vijay Singh saranno i giocatori più rappresentativi nell’HP Byron Nelson Championship (26-29 maggio), che si svolge al TPC Four Seasons Resort Las Colinas di Irving in Texas. Nella lista dei favoriti anche Matt Kuchar, Anthony Kim, l’inglese Brian Davis, il sudafricano Rory Sabbatini e il coreano Charlie Wi. Il montepremi è di 6,5 milioni di dollari con prima moneta di 1.170.000 dollari.
Edoardo Molinari torna in campo dopo alcuni mesi di pausa e lo fa nel Wells Fargo Championship, torneo del US PGA Tour in programma dal 5 all'8 maggio al Quail Hollow Club a Charlotte, nel North Carolina. Come la maggior parte dei tornei del circuito americano, il livello tecnico si prospetta molto alto per la presenza degli statunitensi Phil Mickelson, Jim Furyk, Anthony Kim, Bubba Watson, vincitore domneica scorsa nello Zurich Classic, Nick Watney e Rickie Fowler, del fijano Vijay Singh, del colombiano Camilo Villegas e dell’argentino Angel Cabrera. Di qualità anche la partecipazione europea: oltre a Molinari, infatti, vi saranno il tedesco Martin Kaymer, l’inglese Paul Casey, l’irlandese Padraig Harrington, lo spagnolo Sergio Garcia e il nordirlandese Rory McIlroy. Saranno due mesi molto impegnativi per il golfista piemontese che, dopo questo torneo parteciperà al The Players Championship (12-15 maggio), poi tornerà in Europa per il BMW PGA Championship (26-29 maggio), quindi sarà nuovamente in America per il Memorial Tournament (2-5 giugno) e per l’US Open (16-19 giugno).
Il 19enne coreano Chang-won Han, esordiente nell’European Tour, è stato il protagonista del primo giro del Volvo China Open, che ha concluso al comando con 64 colpi, otto sotto par. Sul percorso del Luxehills International Country Club (par 72), a Chengdu in Cina, dove 24 concorrenti non hanno concluso il turno per la sopravvenuta oscurità, Han precede il nordirlandese Gareth Maybin, l’inglese James Morrison, il gallese Bradley Dredge, il danese Soren Kjeldsen, tutti con 65, e il sudafricano Keith Horne, che ha lo stesso “meno 7” con quattro buche da giocare, unico tra coloro che sono stati fermati lungo il percorso ad avere la possibilità di cambiare significativamente la classifica. Sono al settimo posto con 66 nove concorrenti tra i quali lo spagnolo Sergio Garcia e l’indiano Jeev Milkha Singh, due dei favoriti, e lo svedese Fredrik Andersson Hed, vincitore lo scorso anno del BMW Italian Open. Un altro possibile protagonista, il coreano Y.E. Yang, che superò Tiger Woods in un major (PGA Championship, 2009), è in 24ª posizione con 68, mentre continua la striscia negativa dell’irlandese Padraig Harrington, 83° con 71 e a rischio di taglio. Chang-won Han, che da dilettante ha vinto l’Asian Amateur Championship (2009) e che si è imposto nell’OneAsia Tour Qualifyinfh School entrando nel circuito orientale, ha segnato otto birdie, dei quali sei nella prima parte del tracciato, senza bogey. Alla gara non prendono parte giocatori italiani. Il montepremi è di 350.940 euro su un montepremi di 2.100.000 euro
Matteo Manassero è l'astro nascente del golf italiano. Nato a Negrar, in provincia di Verona il 19.04.1993, comincia a giocare a golf da quando aveva 3 anni e mezzo frequentando il circolo Golf Club Villafranca e passando nel 1998 sotto i colori del Garda Golf Country Club di Soiano del Lago in provincia di Brescia. Nel 2009, a soli 16 anni, accede alla ribalta internazionale vincendo il prestigioso The Amateur Championship, uno dei 2 maggiori tornei per dilettanti, diventando il più giovane vincitore di sempre nella sua categoria e garantendosi l'invito al torneo Major The Open Championship e giocando a fianco di nomi del calibro di Tom Watson e Sergio Garcia. Nonostante la giovanissima età e grazie ad una prestazione maiuscola, Matteo si piazza al 13 posto, alla pari del numero uno del golf italiano, il torinese Francesco Molinari. Il 9 aprile 2010, Manassero ha battuto il record del sudafricano Bobby Cole che resisteva dal 1967, divenendo il più giovane giocatore di sempre a passare il taglio, qualificandosi per i due giri finali del Masters di Augusta, all'età di 16 anni, 11 mesi e 22 giorni. Termina il torneo al 36imo posto, sbalordendo tutti gli esperti del settore. È passato professionista nel maggio del 2010. Il suo primo torneo da pro lo ha giocato all'Italian Open, sul campo del Royal Park di Torino, classificandosi tra i primi 30. Invitato poi a giocare il prestigioso PGA Championship a Wentworth, non solo si qualifica per le 2 giornate finali di gara, ma finisce il torneo al 17^ posto. Il 24 ottobre 2010, a soli sei mesi dal passaggio a pro, Matteo Manassero vince il torneo di golf "Castellò Masters" in Spagna diventando a 17 anni sei mesi e cinque giorni il piu' giovane vincitore di una prova dell' European Tour, superando il neozelandese Danny Lee, che nel febbraio 2009 vinse il Johnnie Walker Classic a Perth, in Australia. Il 30 novembre successivo é stato eletto Rookie dell'anno del PGA European Tour, riconoscimento in passato ottenuto anche da Nick Faldo, Tony Jacklin, Sandy Lyle, José María Olazábal e Colin Montgomerie. Nell'aprile 2011 conquista il suo secondo torneo dell'European Tour, imponendosi nel Maybank Malaysian Open disputato a Kuala Lampur, entrando così nei primi 35 giocatori del mondo del World PGA ranking. MATTEO MANASSERO Nome: Matteo Cognome: Manassero Nazionalità: italiana Data di nascita: 19 aprile 1993 Luogo di nascita: Negrer, Verona, Italia Altezza: 181 cm Peso: 82 kg Palmarès: Castellò Masters (2010), Maybank Malaysian Open (2011) I dati si riferiscono alla data di pubblicazione dell'articolo Guarda la fotogallery di Matteo manassero Guarda i video di Matteo Manassero
Tanti grandi nomi hanno deluso, tanti giocatori in crisi hanno fatto bene, vediamo passo a passo i giocatori da tenere sott'occhio al Masters di Augusta 2011. Rory McIlroy è stato, insieme ad Alvaro Quiros, una delle grandi sorprese del primo giro del Masters di Augusta 2011. Primo giro chiuso in -7 con una fantastica progressione. Speriamo solo che mantenga questo ritmo e che non cali nei prossimi giri Alvaro Quiros: Il big hitter spagnolo ha saputo giocare cauto nei momenti giusti ed attaccare, grazie alla sua lunghezza, nelle buche che lo permettevano. Probabilmente ha giocato dalla sua anche una buona dose di fortuna vista la sua sporadica scarsa precisione. Y.E. Yang e K.J. Choi: i due orientali sono appaiati al terzo posto con -5 a 2 colpi di distanza dai 2 leader. La loro continuità e la precisione negli approcci ai green gli hanno garantito un ottimo score e si sono portati in alta classifica per continuare bene nelle prossime giornate. Entrambi da tenere sott'occhio. Sergio Garcia: In un momento di forma non dei migliori, anzi forse in uno dei momenti peggiori per Sergio, lo spagnolo ha saputo recuperare e negli ultimi mesi ha riportato il suo livello alla pari di quello degli altri giocatori del PGA Tour. Dimostrazione del suo recupero è questo ottimo -3 sul difficile percorso della Georgia che lo vede attualmente settimo. Rickie Fowler: Il Matteo Manassero d'oltreocena ha iniziato male, bogey alla 1, ed alla 12 si è trovato +2 sul campo. Qui è scattata la sua grinta: dopo l'amen corner 3 birdie di fila alla 14, 15 e 16 con fantastico birdie finale alla 18. Se la testa non fa scherzi potrebbe chiudere molto bene questo Masters. Phil Mickelson: Buona prestazione per Phil con 1 birdie nelle prime 9 ed altri 2 birdie alla 14 ed alla 15. Peccato per il bogey alla 18 che lo ha portato in 14esima posizione. Probabilmente sta ancora studiando per portare un attacco nei prossimi giri. Tiger Woods: Giro in 71 e 24esima posizione. Non male visto il gioco in campo dell'ex number one. 3 birdie e 2 bogey, alla 10 ed alla 11 prima buca dell'amen corner. Imprevedibile nelle prossime giornate, potrebbe portarsi in vetta come mollare e scendere in classifica. Chi lo sa? Edoardo Molinari: Prima birdie, poi bogey, poi di nuovo birdie e poi 2 disastrosi double bogey intermezzati da un birdie alla 15 che hanno costato a Dodo un +2 che lo ha relegato fuori dalla zona taglio. Speriamo in bene per la seconda giornata. Da segnalare che il torinese non ha avuto dalla sua la fortuna. Francesco Molinari: Prime nove buche chiuse +1, con un brutto bogey alla uno, subito recuperato e poi trasformato in un -1 alla 3. Il problema è che alla 4 ed alla 5 sono tornati 2 bogey, poi recuperati con 2 birdie di fila alla 7 ed alla 8. Purtroppo le seconde nove sono state un incubo per Francesco. Doppio bogey alla 11, bogey alla 16 ed alla 17, con +3 finale che rende dura la seconda giornata. Martin Kaymer: Disastro Kaymer. Sfilza di bogey per il numero 1 al mondo e score che riporta ben 7 buche chiuse sopra par. Risultato finale della prima giornata +6 con taglio lontanissimo ed irraggiungibile a meno di recuperi da vero campione. Ora è 93° su 99.
Edoardo Molinari, 57° con 147 colpi (72 75), ha perso 35 posizioni ma è rimasto in gara nell’Arnold Palmer Invitational, torneo dell’US PGA Tour che si disputa sul percorso del Bay Hill Club & Lodge (par 72) a Orlando, in Florida, mentre non ha superato il taglio per un colpo Matteo Manassero, 74° con 149 (74 75). In vetta alla graduatoria Martin Laird, nella foto, (135 - 70 65, nove sotto par), 28enne scozzese di Glasgow con un titolo nel circuito, ha sorpassato Spencer Levin (136 - 66 70), che è stato affiancato al secondo posto dal coreano K.J. Choi (136 - 72 64) dopo una volata in 64 colpi, miglior score del turno. Sono al quarto posto con 138 Hunter Mahan, Steve Marino, Charles Howell III e Vaughn Taylor e all’ottavo con 140 Rickie Fowler e Jason Dufner. Con un buon giro in 68 colpi (5 birdie, 1 bogey) e lo score di 141 (73 68) Tiger Woods è salito dalla 31ª alla 10ª posizione dove ha la compagnia di David Toms, Bubba Watson e dello spagnolo Sergio Garcia. Scivolone di Phil Michelson, da quarto a 42° con 145 dopo un 75, e gara di bassa classifica per il sudafricano Ernie Els, campione uscente, 57° come Molinari. Out il fijano Vijay Singh, 81° con 150. Dopo sette buche Edoardo Molinari si è trovato gravato di tre bogey, poi ne ha segnato un quarto alla 13ª che l’ha portato sul limite del taglio, scongiurato con un birdie alla 16ª per il 75. Stesso punteggio per Matteo Manassero, partito dalla buca 10, che dopo due bogey e un birdie nelle prime nove buche è uscito dal torneo per due bogey alle buche 5 e 7 (la 14ª e la 16ª giocata). Quanto a Laird ha realizzato un eagle e sei birdie a fronte di un bogey. Il montepremi è di sei milioni di dollari dei quali 1.080.000 andranno al vincitore.
Edoardo Molinari e Matteo Manassero partecipano con differenti obiettivi all’Arnold Palmer Invitational, il torneo dell’US PGA Tour in programma dal 24 al 27 marzo sul percorso del Bay Hill Club & Lodge a Orlando, in Florida. Il torinese cerca la condizione migliore per il Masters in programma dal 7 al 10 aprile ad Augusta in Georgia, mentre Manassero avrà bisogno di una grande prova per salire tra i primi 50 classificati nel world ranking (attualmente è 55°) ed entrare nel field del primo major stagionale. Torna in campo Tiger Woods che spera di lasciarsi alle spalle le prime delusioni dell’anno, sebbene i problemi di gioco ancora insoluti non lascino molto spazio all’ottimismo. Non è tra i favoriti, ma se con un campione come lui è bene essere cauti. Il torneo si caratterizza per avere sempre un ottimo field che, oltre ai giocatori citati, comprende Phil Mickelson, Jim Furyk, Dustin Johnson, Zach Johnson, Hunter Mahan, Bubba Watson, Ricky Barnes, Rickie Fowler, lo spagnolo Sergio Garcia, il sudafricano Ernie Els, campione uscente, e il fijano Vijay Singh. Il montepremi è di sei milioni di dollari dei quali 1.080.000 andranno al vincitore.
Matteo Manassero ha recuperato nove posizioni nel giro finale e ha concluso al 20° posto con 278 colpi (68 68 72 70) il Transitions Championship, torneo dell’US PGA Tour svoltosi all’Innisbrook Resort (par 71) di Tampa Bay in Florida. Successo a sorpresa di Gary Woodland, 27enne di Topeka nel Kansas, al primo titolo nel circuito che con lo score di 269 (67 68 67 67), quindici sotto par, ha preceduto di misura Webb Simpson (270 - 67 67 67 69), 26enne di Raleigh nel North Carolina, il quale con un bogey sull’ultima buca si è precluso la possibilità del play off. Si è classificato al terzo posto con 272 Scott Stallings, quindi al quarto con 273 Brandt Snedeker e al quinto con 274 Marc Turnesa, Roland Thatcher, Chris Couch, Brendon de Jonge dello Zimbabwe, lo scozzese Martin Laird e l’inglese Justin Rose, leader dopo 54 buche e crollato nell’ultimo giro con un 74. Buone prestazioni di Jim Furyk, 13° con 276, dello spagnolo Sergio Garcia e del sudafricano Rory Sabbatini, 15.i. con 277. Sono terminati insieme a Manassero il tedesco Martin Kaymer, numero uno mondiale, e Zach Johnson, mentre sono stati piuttosto discontinui il sudafricano Retief Goosen e l’australiano Geoff Ogilvy, 28.i con 279, David Toms e l’inglese Paul Casey, 37.i con 280, e il fijano Vijay Singh, 51° con 282. A Woodland sono andati 990.000 dollari su un montepremi di 5,5 milioni di dollari. Manassero è partito fortissimo con tre birdie, poi il suo gioco si è fatto alterno: dopo due bogey consecutivi (7ª e 8ª) sono arrivati altre tre birdie e tre bogey dei quali due in chiusura. Con questo risultato Manassero è salito dal 57° al 55° posto nella classifica mondiale (16° Francesco Molinari, 25° Edoardo Molinari), ma ha ancora una chance per entrare tra i primi 50 e poter partecipare al prossimo Masters: infatti da giovedì 24 marzo a domenica 27 disputerà un altro torneo negli Stati Uniti, l’Arnold Palmer Invitational (24-27 marzo, Bay Hill, Orlando) nel quale vi sarà anche Edoardo Molinari.
Matteo Manassero,grazie ad un ottimo primo giro in 68 colpi, tre sotto par, si trova al 16° posto nel Transitions Championship, torneo dell’US PGA Tour che si sta svolgendo all’Innisbrook Resort (par 71) di Tampa Bay in Florida. Il veronese ha la compagnia del tedesco Martin Kaymer, numero uno mondiale, del fijano Vijay Singh e dello spagnolo Sergio Garcia, con il quale ha giocato insieme. In grande spolvero l’inglese Paul Casey, autore di un 64 (sette birdie senza bogey), che gli ha permesso di prendere il comando con due colpi di vantaggio su Nick Watney, con il morale a mille dopo il successo nel WGC Cadillac Championship, su Garrett Willis, su Scott Stallings e sullo scozzese Martin Laird. Tra i dieci concorrenti al sesto posto con 67 si trovano Jim Furyk, il sudafricano Rory Sabbatini e l’australiano Stuart Appleby. Luci ed ombre per Bubba Watson, per Zach Johnson, anch’egli in terna con Manassero, e per l’australiano Geoff Ogilvy, 49.i con 70, per il sudafricano Retief Goosen, 88° con 72, e per l’irlandese Padraig Harrington, 107° con 73. Manassero ha realizzato due birdie nelle prime tre buche, poi ha girato in 35 per un bogey alla 9. Nel rientro ha completato lo score con altri due birdie (11ª e 15ª) e un parziale di 33. “E’ stato un buon giro - ha detto il veronese che compirà 18 anni ad aprile - nel quale ho espresso un gioco abbastanza solido. Ho cominciato con un paio di ottimi putt, poi ho commesso pochi errori, tra i quali i tre putt alla buca nove pagati con il bogey. Il colpo migliore l’ho effettuato alla 13, quando ho mandato la palla lunga sulla sinistra del green e ho recuperato con un approccio in bandiera. Ho girato insieme a Garcia e a Zach Johnson, che sono stati ottimi compagni, e abbiamo offerto complessivamente un gioco molto apprezzabile”. Il montepremi è di 5,5 milioni di dollari con prima moneta di 990.000 dollari. La settimana prossima Manassero disputerà un altro torneo negli Stati Uniti, l’Arnold Palmer Invitational (24-27 marzo, Bay Hill, Orlando).
Il talento di Matteo Manassero, rapportato alla sua età, sembra non avere eguali. Eppure, confrontarlo con golfisti più esperti e blasonati rimane una tentazione quasi irresistibile. Così è stato per l’organo ufficiale dell’US PGA Tour che in vista del Transitions Championship, in programma questa settimana all’Innisbrook Resort di Tampa Bay in Florida, ha messo a confronto sul sito pgatour.com il giovanissimo golfista veronese (55° nella classifica mondiale) con Sergio Garcia (85°). Se lo spagnolo è al suo dodicesimo anno di professionismo, l’italiano vive la sua prima stagione completa nel tour. Entrambi sono riusciti nell’impresa di vincere un torneo professionistico a 17 anni: Manassero ha trionfato nel Castello Masters a Valencia, salendo agli onori della cronaca come il golfista più giovane a essersi aggiudicato una gara dell’European Tour. Sergio Garcia, a differenza di Matteo, figurava come amateur. A Tampa Bay i due giocheranno insieme all’americano Zach Johnson nei primi due giri. Garcia e Manassero arrivano a questo appuntamento con differenti stati d’animo. Il loro recente passato agonistico infatti ha pochi punti di contatto. Garcia sta provando a riemergere da un 2010 avaro di soddisfazioni, culminato con il taglio nell’US PGA Championship, cui seguirono due mesi di stop che lo spagnolo si autoimpose. Manassero, di contro, è in piena ascesa e prossimo a entrare fra i primi cinquanta giocatori del world ranking, così da poter prendere parte alle gare che più contano a livello mondiale. Gareggiare a stretto contatto con il vice-capitano dell’ultima Ryder Cup sarà un ulteriore stimolo per Matteo, giunto alla sua quarta presenza in un torneo del PGA Tour e per la seconda volta in campo da professionista negli Stati Uniti, ancora come il più giovane partecipante. A fargli compagnia nel novero degli under 20 vi sarà il diciannovenne giapponese Ryo Ishikawa. Per Manassero si tratterà del debutto al Transitions Championship, ma va detto che gli appassionati americani di golf conoscono già il suo talento e il suo temperamento. Oltre all’exploit fatto registrare al Master di Augusta, quando l’anno scorso entrò negli annali come il più giovane golfista ad aver superato il taglio, nel febbraio 2011 Matteo ha fatto parlare di sé per aver raggiunto il terzo round del WGC Accenture Match Play sul percorso del Ritz-Carlton GC, a Marana in Arizona, arrendendosi a Luke Donald che ha poi vinto il torneo. Tornando al Transitions Championship, il field è di ottima qualittà per la presenza del tedesco Martin Kaymer, numero uno mondiale, dell’inglese Paul Casey, del fijano Vijay Singh, dei sudafricani Retief Goosen e Rory Sabbatini, dell’irlandese Padraig Harrington, dell’australiano Geoff Ogilvy, e degli statunitensi Nick Watney, Bubba Watson, Jim Furyk e David Toms. Il montepremi è di 5,5 milioni di dollari con prima moneta di 990.000 dollari. La settimana prossima Manassero disputerà un altro torneo negli Stati Uniti, l’Arnold Palmer Invitational (24-27 marzo, Bay Hill, Orlando).
Dal 17 al 20 marzo Matteo Manassero parteciperà al Transitions Championship, torneo dell’US PGA Tour in programma all’Innisbrook Resort di Tampa Bay in Florida. Il veronese ha una buona occasione per cercare di entrare tra i top 50 del World Ranking, posizione che gli aprirebbe la strada verso i tornei più importanti del mondo, come ad esempio il Masters di Augusta. Ottimo il field per la presenza del tedesco Martin Kaymer, numero uno mondiale, dell’inglese Paul Casey, del fijano Vijay Singh, dei sudafricani Retief Goosen e Rory Sabbatini, dell’irlandese Padraig Harrington, dell’australiano Geoff Ogilvy, dello spagnolo Sergio Garcia e degli statunitensi Nick Watney, Bubba Watson, Jim Furyk e David Toms. Il montepremi è di 5,5 milioni di dollari con prima moneta di 990.000 dollari. La settimana prossima Manassero disputerà un altro torneo negli Stati Uniti, l’Arnold Palmer Invitational (24-27 marzo, Bay Hill, Orlando).

Nelle 36 buche di finale è Ian Poulter a spuntarla. L’inglese vince così il suo primo WGC, conquistando allo stesso tempo la prima vittoria sul PGA Tour. Poulter batte 4 e 2 il connazionale Paul Casey, colpevole di non aver saputo approfittare dei pochi errori di Poulter verso le buche finali del secondo giro. Nella finale di consolazione per il terzo posto è Villegas a spuntarla con un 5 e 4 su Sergio Garcia.
Finale:
Ian Poulter contro Paul Casey: Sabato pomeriggio Ian Poulter scriveva su Twitter: “non posso credere che Villegas e Casey siano ancora in campo 3 ore dopo che io ho finito, sto facendo una seduta di massaggi”. Questa frase è perfettamente descrittiva della giornata delle semifinali, in cui Poulter, dominando il match contro Garcia ha potuto saltare le ultime 6 buche di giornata riposandosi per la finale. Non è stato così per il rivale Casey, che ha dovuto sostenere ben 6 buche di spareggio ed è sceso in campo per concludere la sua semifinale all’alba della domenica, prima di partire per la finale. Casey sfrutta immediatamente il bogey di Villegas alla ventiquattresima buca di spareggio e passa in finale chiudendo in par. Ad attenderlo c’è un Ian Poulter che fresco come una rosa ha tutte le intenzioni di vincere il torneo. Parte molto bene Casey, che con uno strepitoso eagle alla 2 si porta in vantaggio per poi essere recuperato dal trentaseienne connazionale alla 3. Dopo qualche buca di sostanziale parità Poulter attacca ed alla 9 si trova 2 up con Casey che sta ancora studiando l’avversario. In un fantastico botta e risposta i due continuano con la loro gara, con Casey che risponde agli attacchi di Poulter il quale continua a fare birdie continuando la sua marcia inarrestabile. Dopo essere sceso 4 down Casey chiude la 18 recuperando 2 buche ed il primo giro di finale si conclude con Poulter in vantaggio di 2. Nella ripresa subito lo schiacciasassi Poulter prende il largo, 2 birdie nelle prime 2 buche per tornare 4 up, immediata risposta di Casey alla 3 e contro risposta di Poulter alla 4, stessa storia nelle buche successive fino alla 10, quando Casey riesce a tornare 2 down ed a riaprire il match. 4 buche in parità portano verso la vittoria Ian Poulter, che chiude la 33esima buca in dormie 3 up e non lascia scampo al rivale chiudendo in par anche la 34 con il tabellone che segna 4 e 2 da giocare.
Ian Poulter guadagna così il suo primo titolo in un evento WGC, conquistando anche il suo primo successo sul PGA Tour e portando a casa quasi un milione e mezzo di dollari.
Ian Poulter stringe la mano a Paul Casey dopo averlo battuto
Ian Poulter riceve il trofeo del WGC Accenture Match Play da Tim Finchem, commissioner del PGA Tour
Finale per il terzo posto:
Camilo Villegas contro Sergio Garcia. Nella finale di consolazione è Villegas ad avere la meglio su un Sergio Garcia in affanno. Il colombiano non lascia spazio allo spagnolo e chiude restando dalla prima all’ultima buca in vantaggio. In apertura Sergio Garcia chiude la uno con un bruttissimo double bogey per poi concludere una bruttissima domenica senza segnare nessun birdie lasciando così la strada spianata alla vittoria di Villegas.
Le front nine sono tutte del colombiano, pochi errori e score che alla 9 segna 4 up. È sufficiente un birdie alla 11 e 3 buche in parità per concludere questo breve match che posiziona Camilo Villegas al terzo posto, relegando un distratto Sergio Garcia al quarto.

In una interminabile quarta giornata del WGC Accenture Match Play ci sono state molte sorprese e molti match che definire spettacolari è dire poco. I pro hanno disputato 36 buche per scegliere i migliori due che domani si contenderanno la vittoria.
Per quanto riguarda i quarti di finale Thongchai Jaidee è stato battuto da Ian Poulter alla 18 1 up, Villegas ha avuto vita facile con Retief Goosen chiudento 4 e 3 come anche nel match tra Sergio Garcia e Oliver Wilson. Infine Paul Casey ha battuto 5 e 4 Stewart Cink.
Quarti di Finale:
Thongchai Jaidee contro Ian Poulter: La sfida tra il thailandese e l’inglese è tutto un susseguirsi di vantaggi e parità, distacchi e recuperi che rendono la gare emozionante e bella da seguire. Per la maggior parte del match il risultato è in parità, con i giocatori che si combattono a suon di birdie e sbagliano molto poco. Alla fine la spunta Ian Poulter che approfitta di un bogey di Jaidee alla 17 per andare one up e restarci fino alla 18 dove si conclude il match.
Sergio Garcia contro Oliver Wilson: Garcia è in forma e lo si vede fin da subito quando alla 2 recupera con un fantastico eagle il brutto bogey fatto segnare alla 1. Lo spagnolo passa rapidamente 3 up con Wilson che insegue e lo recupera portandosi 1 down alla 9. Nelle back nine però si vede solo Garcia. Par alla 10 per andare 2 up, birdie alla 13 ed alla 14 per andare in dormie 4up e chiudere il match con un par alla 15 che distrugge i sogni di gloria di Oliver Wilson.
Retief Goosen contro Camilo Villegas: Il sud africano subisce molto la pressione che Villegas gli mette addosso. Il colombiano, lento nel gioco tenta di far perdere la concentrazione all’avversario e riesce nella sua impresa chiudento le prime 9 4 up. Alla 10 un errore di Villegas riporta Goosen 3 down con 8 buche da giocare. Villegas però è bravissimo a non sbagliare quasi nulla e a portare il match fino alla buca 15 dove Goosen si vede costretto a concedere buca e match.
Stewart Cink contro Paul Casey: La fortuna che Cink aveva nelle prime 3 giornate se n’è andata. Per l’americano sembrava impossibile imbucare, moltissimi putt sbordati di pochissimo e match che non ha mai volto a suo favore. Per Casey è vita facile, alla 9 è già 4 up e gli bastano 15 buche per chiudere 5 up e 4 da giocare.
Dopo le 18 buche dei quarti di finale i vincitori dei 4 match hanno dovuto affrontare altre 18 buche di semifinale. Nella giornata caratterizzata dalla pioggia e dalle condizioni meteo avverse si è visto un golf spettacolare e degno di un World Golf Championship. Il campo l’ha fatta da padrone con colpi perfetti che battevano a 3 metri dalla buca e prendevano pendenze impossibili arrivano anche a 15 metri dall’asta.
La vittoria in sole 12 buche di Poulter lo avvantaggia moltissimo per la finale in quanto il suo rivale, che non è ancora stato scelto, non è riuscito a chiudere il match nella quarta giornata e dovrà portare ad oltranza il match nelle prime ore del mattino della domenica americana.
Semifinali:
Ian Poulter contro Sergio Garcia: Lo spagnolo ha subito moltissimo il freddo e la pioggia abbondante caduta nel secondo turno di giornata, si è distratto ed ha sbagliato moltissimo, complice la tensione. In un paio di tee shot ha anche fatto degli slice incredibili per un professionista, in uno dei quali è anche finito in mezzo ad un lago 30 metri a destra del fairway dove nelle precedenti giornate nessun giocatore era finito.
L’inglese però è a suo agio ed i green bagnati e la pioggia gli ricordano le condizioni meteorologiche della sua Gran Bretagna. In un match a senso unico ci si ritrova alla 10 con Poulter 6 up e con solo 2 timidi tentativi di risposta di Garcia alla 2 ed alla 7. Il match si chiude alla 12 con Poulter che vince 7 up con 6 buche da giocare.
Camilo Villegas contro Paul Casey: Il colombiano parte fortissimo, andando 2 up già alla terza buca per poi controllare il match fino alla 12, con un unico errore che lo porta 1 up alla 7. Casey si sveglia alla tredicesima buca riportando il match in parità e passando in vantaggio alla 15. Solo un errore alla 18 non gli permette di vincere l’incontro e lo porta ad un estenuante spareggio. Il match continua fino alla 23esima buca in parità assoluta, con colpi impossibili ed errori incredibili da parte di entrambi. Villegas alla 23 ha un putt facilissimo che sbaglia clamorosamente e rinvia lo spareggio a domani alle 7 di mattina ora locale, prima della finale. Il rinvio è stato reso necessario dalla lunghezza della gara che non ha potuto essere terminata a causa della scarsa luce del tramonto dell’Arizona.

Dopo le prime due giornate, caratterizzate da sorprese e colpi di scena, la terza giornata riporta tutto alla normalità. I big vincono quasi tutti e mandano a casa la maggior parte dei debuttanti ad un WGC. Unico debuttante rimasto nel tabellone è Thongchai Jaidee che battendo l’altro nuovo acquisto del WGC Ryo Ishikawa passa alla quarta giornata.
Ma ora analizziamo un match alla volta.
Ben Hogan Bracket:
Sergio Garcia contro Tim Clark: Per la prima volta in nove partenze ad un WGC Match Play Sergio Garcia passa ad un quarto di finale. Dopo i primi due giorni in cui Garcia non si riconosceva pienamente nel suo gioco, nella terza giornata è riuscito a giocare meglio il suo golf. Match dominato nelle prime nove da Garcia con tardiva risposta di Clark alla 11 ed alla 12 dove con un birdie ed un par riporta la sfida All Square. 13 in parità e stoccata decisiva di Garcia alla 13 che grazie ad un birdie ripassa 1 up per poi chiudere la gara con un altro birdie alla 17 che gli consente di passare il turno.
Vince Garcia 2 e 1
Oliver Wilson contro Luke Donald: Dopo le regolari 18 è iniziato il vero spettacolo. Alla 19 Wilson mette la palla con un approccio stratosferico a circa mezzo metro dall’asta. Donald è a più di 15 metri dalla buca con il suo approccio in green. La linea di putt di Luke Donald è tuttaltro che dritta, piena di salite, discese pendenze a destra ed a sinistra, in un green intricatissimo. Tranquillo come se fosse un putt di allenamento da 1 metro l’inglese ha colpito la palla che è rotolata dritta dritta, si fa per dire visto le slope del green, in buca. Pareggio e si va alla 20esima buca. Immediata la risposta di Wilson al par 4 della 9 che imbuca un incredibile birdie-putt da 12 metri con la vittoria che sembrava già in tasca a Donald il quale fallisce il suo tentativo di birdie da 3 metri e torna a casa. Wilson alla fine ha commentato: “penso che sia stato divertentissimo da vedere in tv ma vi posso assicurare che io alla 18 non ero così divertito.”
Vince Wilson alla seconda buca di spareggio.
Sam Snead Bracket:
Paul Casey contro Brian Gay: Un Casey in gran forma impone il suo ritmo e Brian Gay non riesce a seguirlo. Dopo le prime due buche di studio in cui prima Casey va 1 up, poi Gay lo recupera e lo supera per poi essere riagguantato da Casey alla 4. Dalla 7 in poi però non c’è più storia, si vede solo Paul Casey che in 6 buche arriva a 4 up, per poi pareggiare la 13 e chiudere i giochi alla 15 quando il suo avversario fa bogey.
Vince Casey 5 e 4
Stewart Cink contro Charl Schwartzel: La fortuna di Stewie Cink va a braccetto con la sua bravura. L’americano riesce sempre a salvarsi ed a recuperare lo svantaggio con Schwartzel. Match in dubbio durante tutte le 18 buche con i due che si scambiano la leadership in continuazione, per poi arrivare alla 15 in All Square e chiudere le 18 regolamentari in parità. Alla 19esima buca però è Cink a prevalere passando alla terza giornata.
Vince Cink alla prima buca di spareggio.
Bobby Jones Bracket:
Ian Poulter contro Jeev Milkha Singh: Dopo I primi due giri difficili e che hanno fatto faticare Poulter , la terza giornata è un po’ in discesa. Match dominato fin dalla prima buca da parte di Ian Poulter con un Jeev Milkha Singh che non riesce a stare a dietro allo scatenato inglese. L’unica buca che Poulter perde è per colpa sua e non per merito di Singh in quanto il bogey alla 7 è l’unica pecca di una eccezionale giornata.
Vince Poulter 5 e 4.
Thongchai Jaidee contro Ryo Ishikawa: Il gruppo di Bobby Jones è stato il più veloce a chiudere, non per differenze abissali nella bravura dei contendenti ma per straordinari colpi inventati dai 2 che hanno passato il turno. La storia tra Jaidee e Ishikawa è molto simile a quella di Poulter contro Singh. Il thailandese è sempre in vantaggio, dall’inizio alla fine con 2 timide risposte di Ishikawa alla 6 ed alla 13 che però non impensieriscono minimamente Thongchai Jaidee.
Vince Jaidee 5 e 4.
Gary Player Bracket:
Camilo Villegas contro Ben Crane: Grazie ad un paio di birdie Villegas si trova subito in vantaggio, per poi essere recuperato da Crane alla 8 e sorpassato alla 9. Nelle back nine però il colombiano prende il largo con Crane che sbaglia parecchio e match che finisce alla buca 16.
Vince Villegas 3 e 2.
Retief Goosen contro Nick Watney: Goosen si scatena nelle prime 3 buche e va subito 3 up. Risposta di Watney alla 4 per andare 2 down e parità assoluta fino alla 9. Le back nine sono le più emozionanti delle 3 giornate di gara. I due si alternano al comando con un botta e risposta degno di essere ricordato. Qualche bogey di troppo per Watney non gli consentono di andare allo spareggio, facendo passare il turno ad un ottimo Goosen.
Vince Goosen 1 up alla 18.
Gli accoppiamenti della quarta giornata:
Time | Players | |
7:10 am | Jaidee, Thongchai | Poulter, Ian |
7:22 am | Garcia, Sergio | Wilson, Oliver |
7:34 am | Goosen, Retief | Villegas, Camilo |
7:46 am | Cink, Stewart | Casey, Paul |